Fornitori auto tedeschi contro lo stop ai motori termici nel 2035: “La situazione sta precipitando”
In una lettera diretta alla politica il grido d'allarme dei CEO di Bosch, Mahle, Schaeffler e ZF

Il comparto della componentistica e dei fornitori dell’automotive tedesco unisce le forze per far sentire la propria voce alla politica, manifestando tutta la propria preoccupazione per il bando delle auto termiche previsto per il 2035. Un grido d’allarme messo nero su bianco in una lettera, dai toni particolarmente decisi, firmata dagli amministratori delegati delle quattro grandi aziende tedesche: Bosch, Mahle, Schaeffler e ZF.
“La situazione sta precipitando”
Secondo quanto riportato da Table.Briefings, che ha preso visione del documento, la lettera — indirizzata al segretario generale della CDU Carsten Linnemann, ai gruppi cristiano-democratici del Bundestag e a quelli del Parlamento europeo — non usa giri di parole. “La situazione nel settore dei fornitori auto sta precipitando – si legge nella missiva – e questo non riflette l’immagine di una trasformazione di successo a livello industriale e sociale”, con riferimento alla perdita di posti di lavoro già concretizzatasi e ai possibili licenziamenti futuri legati alla transizione elettrica. “Vogliamo che l’elettromobilità abbia successo, ma questo non accadrà vietando altre tecnologie”, sottolineano le aziende tedesche, che auspicano “un deciso cambio di rotta, anche se finora la Commissione UE non ha mostrato segni di ripensamento”, e invitano Linnemann a farsi sentire a Bruxelles affinché si attui il più velocemente possibile “l’impegno per l’apertura tecnologica previsto dall’accordo di coalizione”.
Critiche anche ai sindacati
Nel mirino dei CEO delle quattro big dell’indotto tedesco finisce anche IG Metall, il sindacato tedesco dei metalmeccanici, accusato di fare troppo poco per l’occupazione: “Difende la politica europea sul clima, non i posti di lavoro della Bosch a Feuerbach, della Mahle a Rottweil, della Schaeffler a Schweinfurt e della ZF a Saarbrücken”.
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