Forum AutoMotive 2022: l’appello alla politica “Serve fare presto”

I temi della seconda giornata dell'appuntamento milanese

Forum AutoMotive 2022: l’appello alla politica “Serve fare presto”

Con la seconda ed ultima giornata, si è chiusa l’edizione 2022 di Forum Automotive, la due giorni di dibattiti sul futuro della mobilità. In primo piano sono stati trattati i temi legati alla transizione ecologica, con gli appelli alla politica per un intervento rapido a favore del settore, dove ci sono 75mila posti di lavoro a rischio.

La nuova mobilità e gli italiani

La mobilità sta cambiando, ma come stanno reagendo gli italiani a queste novità? “I ragazzi che vengono nelle nostre scuole guida sono più informati degli adulti – le parole di Emilio Patella, segretario nazionale autoscuole Unasca – quello che manca è la formazione alla guida corretta, di tutte le tipologie di vetture”. Non solo per gli automobilisti: “Un’inchiesta ha evidenziato l’assenza di formazione dei vigili del fuoco sugli incendi con coinvolte le auto a batteria – spiega Claudio Cangialosi di Sicurauto.it – Questi incendi richiedono una capacità a cui non siamo ancora pronti”.

Un tema importante è legato all’elettrico: “La gente ha compreso poco – le parole di Massimo Ghenzer, presidente Areté Methodos – Tutti mostrano attenzione, ma poi si registra una dicotomia tra l’atteggiamento positivo ed il desiderio di investire”. Ed ecco, allora, che Fabrizio Guidi, presidente di AsConAuto, chiede che “la libertà di scelta tra diverse motorizzazioni resti, senza imposizioni dall’alto”.

Gli obiettivi europei

Tanto si è parlato, nel corso degli ultimi anni, delle leggi europee e del progressivo addio alle motorizzazioni termiche. Ma è possibile raggiungere gli obiettivi delineati? “La strada è tracciata, gli obiettivi sono chiari, potrebbero cambiare i tempi – le parole di Andrea Crespi, direttore generale di Hyundai Italia – Servono misure che non siano stop&go, ma che mettano in campo investimenti strutturali per accompagnare la transizione”. Che alcune case hanno già accolto in maniera radicale come Renault: “Siamo stati tra i primi a crederci – le parole dell’ad Raffaele Fusilli – e questo ci consente di avere una rete abituata a raccontare l’elettrico ai clienti”.

Un cambiamento non solo per le auto, ma per tutto il mondo dei trasporti. Ad esempio dei camion, dove “oggi esiste l’alternativa elettrica, ma soprattutto per brevi percorrenze cittadine – spiega Enrique Enrich, presidente di Italscania – La nostra visione è che l’elettrico arriverà in modo significativo anche nel nostro settore”. Si stanno adattando anche le aziende degli pneumatici: “È una sfida da cogliere – spiega Marco Do di Michelin Italia – Una sfida che comporta un’evoluzione su vari fronti”.

Gli incentivi e la politica

L’appello generale è rivolto alla politica. Che ha dato una prima risposta con il taglio delle accise, dopo l’impennata dei carburanti: “Un’ottima notizia per i consumatori e anche per noi – le parole di Francesco Luccisano, responsabile relazioni esterne IP – Andrebbe corretta la tassazione sui biocarburanti e sui carburanti sintetici, favorendone l’utilizzo”.

Ora si attendono le informazioni sugli incentivi: “Prima arrivano e meglio è – spiega Francesco Naso, segretario generale di Motus-E – La politica di annunci sta azzerando il mercato di questi veicoli. Parrebbe che a essere esclusi dagli incentivi siano le auto aziendali che invece consentirebbero di accelerare la diffusione di veicoli con queste motorizzazioni”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA: “Attendiamo con impazienza due interventi governativi: il DL sugli incentivi per dare fiato al mercato, anche dell’auto elettrica e le misure di sostegno alle imprese per riqualificare la filiera”.

A, questo proposito, l’allarme è legato al rischio di perdita di numerosi posti di lavoro: “Nei prossimi anni aumenteranno le situazioni a rischio occupazionale – spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl – con una proiezione di 75.000 esuberi nel nostro Paese. Senza interventi urgenti, a breve ci sarà un’emergenza sociale”. Che, secondo il manager automotive Andrea Taschini, avviene “per un impatto minimo a livello globale. L’Europa emette oggi il 4,9% delle emissioni e, quindi, non ha bisogno di alcuna transizione”.

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