#FORUMAutoMotive Marzo 2025 | Altavilla: “Terzo impianto BYD? Italia in corsa”

"Il Green Deal è sbagliato e complica la transizione"

#FORUMAutoMotive Marzo 2025 | Altavilla: “Terzo impianto BYD? Italia in corsa”

Nelle scorse ore è tornata di grande attualità la volontà di BYD di continuare la propria espansione in Europa, con un terzo stabilimento di produzione nel Vecchio Continente. Da Reuters è giunta l’indiscrezione di una Germania in pole position, per motivi politici e pratici, ma Alfredo Altavilla tiene aperta la porta per l’Italia.

”Il processo terminerà entro fine anno”

Lo special advisor del marchio cinese in Europa ha parlato a #FORUMAutoMotive, proprio di questo argomento: “BYD intende localizzare in Europa nuovi impianti. Il processo di selezione del terzo stabilimento è cominciato e terminerà per la fine dell’anno – le sue parole – Non ci sono decisioni definitive. Smentisco le indiscrezioni uscite ieri su alcuni organi di stampa. Certo è che sarà difficile localizzare uno stabilimento in Paesi che non sono friendly nei confronti delle auto cinesi e l’Italia ha votato a favore dei dazi. Certo tutto può ancora cambiare”.

Anche il Green Deal dell’UE è sempre un tema in primo piano: “È sbagliato e complica il percorso di transizione. Insistere sull’obbligo del tutto elettrico al 2035 è impossibile da raggiungere – ha proseguito il dirigente BYD, intervistato da Pierluigi Bonora – L’estensione almeno all’ibrido plug-in è necessaria. La sospensione delle multe decisa dall’UE non ha alcun senso e aumenta le incertezze dell’industria e del consumatore che rinvia l’acquisto e frena il mercato”.

”In 18 mesi dalla pianificazione al modello”

Altavilla è entrato anche nel dettaglio del processo interno di BYD: “I cicli di sviluppo sono molto rapidi, in 18 mesi si passa dall’avvio della pianificazione al modello, grazie all’impiego massivo dell’intelligenza artificiale. Combattere una guerra con i costruttori cinesi sulle nuove tecnologie è una scommessa perdente. Tutto quello che viviamo oggi è frutto del Dieselgate. Si continuano a produrre automobili sempre più costose, con i redditi dei consumatori in contrazione e la conseguenza è che il mercato del nuovo langue. Sergio Marchionne sarebbe rimasto affascinato dall’attuale fase di mercato e avrebbe trovato modo di collaborare con i costruttori che sono più avanti”.

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