Fusione Fiat-Chrysler, c’è il via libera della Exor
Richiesta una linea di credito da 10 miliardi di dollari
A grandi falcate verso la meta. Un nuovo tassello per la fusione tra il Gruppo Fiat e il Gruppo Chrysler è stato posto nella giornata di ieri, quando la Exor, la holding che gestisce le operazioni congiunte dei due marchi, ha ufficialmente dato il suo benestare all’unione. La notizia è stata riportata da Bloomberg, per cui dovrebbe essere un fatto ormai divenuto concreto. Il timbro definitivo è stato dato dallo stesso John Elkann, presidente proprio della Exor. Dopo aver ottenuto il semaforo verde, Fiat avrebbe così iniziato il lavoro per ottenere una nuova linea di credito con diverse banche internazionali, che dovrebbero garantire la cifra di 10 miliardi di dollari per chiudere l’operazione. Tra gli istituti coinvolti ci sarebbero nomi di primissimo livello come la Goldman Sachs, la Bank of America, la BNP Paribas e la Deutsche Bank.
L’obiettivo di Sergio Marchionne è quello di completare tutte le operazioni necessarie entro il giugno del 2014. C’è quindi un anno di tempo. Al momento il Lingotto ha in mano il 58,5% delle quote di Chrysler, mentre il rimanente è di proprietà del fondo pensionistico Veba. L’acquisizione di queste quote dovrebbe costare a Fiat circa 3,5 miliardi di dollari (a Torino, comunque, stanno ancora aspettando che il tribunale del Delaware si pronunci sull’effettivo valore della quota), ma nell’operazione vanno anche considerati i debiti industriali netti congiunti delle due case, che in questo momento ammonterebbero a più di 7 miliardi. Una volta completata l’operazione, il Gruppo potrebbe essere quotato alla Borsa di New York.
In seguito Marchionne dovrà decidere cosa fare, in quanto già alcune volte in passato aveva lasciato intendere di volersi ritirare al termine di questa operazione, di portata storica per il mercato dell’auto.È probabile, però, che John Elkann farà di tutto per non lasciar partire il suo “allenatore di fiducia”, se ci concedete la metafora sportiva.
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