Gruppo Fiat: ultima assemblea degli azionisti a Torino, inizia il futuro del Lingotto
Marchionne: «Sei milioni di vetture entro il 2018»
Oggi si è tenuta l’assemblea degli azionisti del Gruppo Fiat. Un evento di solito di pura routine, se non fosse che questa sarà l’ultima in assoluto a tenersi a Torino, prima che la FCA, ovvero la Fiat Chrysler Automotive, si sposti nelle nuove sedi. Si tratta di un cambiamento storico, che decreta un cambiamento secolare ad un’azienda che ha da sempre definito la cultura e l’economia italiana. All’assemblea erano ovviamente presenti anche John Elkann, presidente di Fiat, e Sergio Marchionne, amministratore delegato.
John Elkann ha posto subito l’accento sul legame tra la sua famiglia e il Lingotto, preannunciando per i prossimi anni ancora «tante buone notizie». Qualche parola è stata detta naturalmente per ricordare Umberto e Gianni Agnelli, che lo stesso Elkann si auspica sarebbero stati orgogliosi di quanto fatto con l’azienda fino ad oggi. Le parole più attese, però, sono ovviamente state quelle di Sergio Marchionne, da sempre “deus ex machina” dei destini della casa torinese, da oggi sempre più italo-americana. Marchionne ha anticipato come «entro il 2018 il Gruppo Fiat sarà capace di fare oltre 6 milioni di vetture». Non sono stati aggiunti altri dettagli, ma il tragitto è senza dubbio segnato. Resterà ora da comprenderne a fondo le modalità.
Ovviamente non poteva mancare un accenno anche alla situazione lavorativa e sindacale di Fiat, senza alcun dubbio una delle questioni più delicate con la quale l’a.d. si è ritrovato a lavorare in questi anni. Prima di tutto si è parlato di Termini Imerese, considerato un «capitolo chiuso» dallo stesso Marchionne. Secondo le sue parole, non ci sarebbero eccedenze nel sistema italiano, citando come esempio lo stabilimento di Grugliasco, che una volta ricondizionato per la produzione Maserati è rientrato operativo anche dal punto di vista delle assunzioni. Confermati anche i futuri investimenti per lo stabilimento di Mirafiori, che secondo l’a.d. Consentiranno «la piena occupazione».
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