Henri Dargent: quarant’anni sotto il segno di Citroën

Le creazioni di Dargent hanno scolpito lo stile distintivo di Citroën

Henri Dargent: quarant’anni sotto il segno di Citroën

Il 5 ottobre 2024, Henri Dargent è venuto a mancare, portando via con sé un importante testimone e artefice dello stile e della tecnica di Citroën. Nato a Parigi nel 1931, Dargent ha ereditato dal padre, che era Caposquadra nello stabilimento Citroën a “les Epinettes”, la passione per le automobili e per il marchio. A soli quattordici anni, iniziò a frequentare il corso di formazione professionale FPAC (Formation Professionnelle André Citroën). Successivamente, si dedicò a bozzetti e sculture, un periodo in cui affinò le sue competenze come designer e modellista.

Le mani di Dargent disegneranno lo stile Citroën fino al 1988

Negli anni ’40, i disegnatori erano essenziali per tradurre in progetti dettagliati idee su carta, oltre a costruire modelli e maquette per rappresentare in modo tridimensionale qualsiasi progetto, che si trattasse di automobili, ponti o complessi residenziali. Il talento di Henri Dargent venne subito riconosciuto e, dopo un breve periodo nel reparto attrezzature, nel 1953 entrò nell’Atelier di Progettazione, situato nel 15° Arrondissement di Rue du Théâtre a Parigi, il fulcro delle idee innovative di Citroën. È qui che, nel 1957, iniziò a collaborare con Flaminio Bertoni, che pare lo abbia voluto personalmente nel suo team.

La prima cosa che Bertoni gli disse fu: “Qui si fanno sculture, non hai bisogno del tuo tavolo da disegno”. Pur lavorando con i migliori del settore, Dargent non smise mai di formarsi, iscrivendosi al Conservatoire national des Arts et Métiers per studiare ingegneria. Le creazioni di Dargent hanno scolpito lo stile distintivo di Citroën, collaborando inizialmente con Flaminio Bertoni, poi con Robert Opron e infine con Jacques Né, fino al suo pensionamento nel 1988. È grazie a lui se sono nate le linee del cruscotto della Dyane, e la sua influenza è evidente anche sulla DS presidenziale. Il suo contributo, sempre costante e discreto, lo portò a lavorare nei team responsabili di alcune delle vetture più iconiche del Double Chevron, tra cui la SM, la CX, l’AMI6 e la 2CV.

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