Il modello “Città 30” funziona: a Bologna nessuna vittima pedonale per la prima volta dal 1991
Nel primo anno del limite a 30 km/h nel capoluogo emiliano si è registrato un calo del 49% dei morti in incidenti stradali
Significativa riduzione degli incidenti, delle vittime e dell’inquinamento: è questo il più che positivo bilancio del modello “Città 30” a Bologna ad un anno dall’entrata in vigore del limite di velocità massima di 30 km/h su molte strade urbane.
Impatto positivo sulla sicurezza stradale
Nel primo anno, Bologna ha registrato un calo del 49% dei morti in incidenti stradali, senza vittime pedonali per la prima volta dal 1991. Gli incidenti totali sono diminuiti del 13%, con un calo del 31% per gli incidenti gravi. Un ulteriore effetto diretto è stata la crescita dell’uso di mobilità alternativa, con più cittadini a utilizzare il bike sharing (+69%) e i trasporti pubblici. Il progetto ha avuto un impatto positivo anche sulla vivibilità urbana, riducendo traffico e inquinamento (-29%).
Nonostante le numerose critiche al modello, le evidenze hanno dimostrato che le Zone 30 migliorano la sicurezza, promuovo la mobilità sostenibile e riducono la congestione. Così l’esempio di Bologna ne avvalora le ambizioni nel voler fare da apripista per altre città italiane.
Altroconsumo favorevole alle Zone 30
Totalmente a favore del modello “Città 30” è anche Altroconsumo, come spiega Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne dell’associazione dei consumatori, che sottolineando la “discrepanza” di approccio con le normative invece introdotte dal nuovo Codice della Strada: “I risultati comunicati dal Comune di Bologna dopo un anno di ‘Città 30’ – afferma Cavallo – dimostrano i benefici che la misura porta all’intera mobilità urbana, in termini di riduzione di incidenti e di maggiore utilizzo di mezzi di trasporto più sostenibili. Notiamo con rammarico invece che nel nuovo Codice della Strada, entrato in vigore nei mesi scorsi, non siano presenti misure che vadano verso il modello di “Città 30”, che riducendo con interventi urbanistici la velocità e contemporaneamente incentivando il trasporto pubblico (diminuendone i costi del biglietto ed aumentandone la capillarità), assicura una maggiore sicurezza per gli utenti più vulnerabili, portando al contempo ad una minor necessità di ricorrere ad automobili private e numerosi altri benefici. L’aumento delle sanzioni, infatti, non basta per aumentare la sicurezza in strada. La prevenzione si fa a livello culturale e di pianificazione urbanistica, ad esempio appunto implementando il più possibile il modello di ‘Città 30′”.
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