Incentivi auto, l’addio è definitivo: “Non hanno funzionato”

Il ministro Urso: "Serve un intervento dell'Europa"

Incentivi auto, l’addio è definitivo: “Non hanno funzionato”

Era una notizia già nell’aria da qualche settimana, ma è arrivato anche il timbro dell’ufficialità. È stato Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, a mettere la parola fine agli incentivi auto. Non ci saranno nel 2025 e, presumibilmente, neanche negli anni a venire: “È finito il tempo del bonus, non ha funzionato”.

”Nessun effetto sulla produzione”

Già alla presentazione del piano per il 2024, il ministro aveva parlato della necessità che, questi incentivi, portassero un’accelerata della produzione. Non è stato così e, di conseguenza, la decisione del Governo è quella di destinare le risorse, che erano già state pianificate per i prossimi anni, ad altro: “Gli incentivi destinati all’acquisto non hanno avuto effetti positivi sulla produzione – ha spiegato Urso – Dobbiamo prenderne atto e concentrare le risorse sugli investimenti”.

Il ministro parla del nuovo progetto, creato e studiato per cercare di dare una scossa alle filiere del paese, compreso il settore automobilistico: “Ho firmato un provvedimento che prevede l’apertura del nuovo sportello dei contratti di sviluppo, finanziato con risorse del Pnrr, dedicato alle filiere strategiche nazionali, includendo il settore auto. La dotazione finanziaria da 500 milioni potrà essere integrata per far fronte alle esigenze del settore nel prossimo biennio 2025-2027”.

”Serve un intervento dell’Europa”

La situazione del settore resta molto complicata: “La crisi del settore non riguarda solo l’Italia e Stellantis, ma l’intera industria europea”. E, per questo, c’è un appello diretto all’Unione Europea: “È urgente un intervento dell’Europa, che riveda le regole del Green Deal. Abbiamo quindi concordato con la Repubblica Ceca un non paper per anticipare a inizio 2025 la clausola di revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri, che ho personalmente illustrato agli altri colleghi europei. Il documento non mette in discussione l’obiettivo di decarbonizzazione al 2035, ma chiede che si raggiunga con un approccio di neutralità tecnologica”.

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