Incidenti stradali: la strage sulle strade prosegue nonostante la pandemia

Pubblicata l'analisi dell'ACI

Nonostante i diversi periodi di lockdown e delle tante limitazioni alla circolazione che abbiamo vissuto nel corso del 2020 a causa della pandemia da Covid-19, le vittime della strada non sono diminuite in modo consistente. A rivelarlo è l’ACI attraverso i dati provinciali sugli incidenti stradali, dai quali emerge che i morti per incidenti sono addirittura aumentati rispetto al 2019 in ben 17 province su 107.

Il numero complessivo degli incidenti con lesioni a persone avvenuti sulle strade italiane nel 2020 è di 118.298, in calo del 31,3% rispetto ai 172.183 del 2019, che hanno provocato 2.395 decessi (3.173 nel 2019, -24,5%) e 159.248 feriti (241.384 nel 2019, -34%). Il dato medio giornaliero di 324 incidenti, 6,5 morti e 436 feriti, contro 472 incidenti, 9 morti e 661 feriti registrati nel 2019.

Clamorosi aumenti di vittime in diversi territori

Se nel quadro complessivo nazionale si registra un calo generalizzato del numero di incidenti gravi, di vittime e feriti, ci sono diverse eccezioni con province che hanno registrato un forte incremento: Oristano (+140%), Barletta-Andria-Trani (+120%) e Sud Sardegna (+76,5%). Dall’altra parte della classifica c’è invece Aosta, provincia più sicura ed unica a non aver registrato vittime nel 2020, seguita da Vibo Valentia (2), Gorizia (3) e Caltanissetta (4).

Roma prima per numero di vittime, anche se in calo

La provincia invece con più vittime della strada è Roma, con 166 morti nel 2020 (che sono comunque in calo di 27 rispetto al 2019), che da sola ha un dato più elevato di quelle di intere regioni come Sicilia (161), Puglia (160) e Toscana (152). In termini di riduzione del numero di vittime rispetto al 2019, il calo più significativo si registra a Milano (-32 morti), poi a Venezia (-31) e Padova (-28).

I comuni capoluogo con i cali maggiori sono Roma (-27), Ravenna (-14), Torino (-12) e Cesena (-12). Relativamente alle regioni, solo la Sardegna con 95 morti ha fatto registrare numeri peggiori rispetto all’anno precedente, mentre quelle con il decremento di decessi più sensibile sono state Valle d’Aosta, Calabria, Basilicata, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia.

La tendenza negli ultimi 10 anni 

Guardando al trend degli ultimi anni, nel decennio 2011-2020 il calo medio del numero decessi per incidente stradale è sceso del 41,8%, ancora lontano dall’obiettivo del 50%. Tuttavia ci sono 37 province e 5 regioni che hanno raggiunto o superato quel target. Dall’altra parte c’è anche chi, a livello provinciale, ha peggiorato il dato rispetto al 2010: Bolzano, Lodi, Piacenza, Trapani, Pistoia, Isernia ed Enna.

Indice di mortalità: situazioni disomogenee 

Rapportando il numero di vittime a quello degli incidenti, ci sono 16 province con un indice di mortalità (numero morti per 100 incidenti), che è più del doppio rispetto al dato medio nazionale del 2,02. I territori con il peggior indice di mortalità sono Sud Sardegna (7,8), Campobasso (6,8), Isernia (6,1) Oristano (5,8) e Nuoro (5,8). Gli incidenti risultati meno gravi, con un incidente di mortalità inferiore a 1, si sono invece verificati nelle province di Gorizia, Milano, Genova, Savona, Prato, Rimini e Trieste.

Costi sociali

Dimensioni e gravità del fenomeno guidano proporzionalmente il trend dei costi sociali, complessivamente pari a 11,6 miliardi. Il peso maggiore, con 945 e 631 milioni di euro, ce l’hanno le province di Roma e Milano, seguite da quelle di Napoli (377) e Torino (370). Guardando invece al costo sociale rispetto alla popolazione, le province nelle quali questo è più alto sono quelle di Piacenza (328 euro per abitante), Livorno (317) e Genova (315).

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