Ladri del lusso: ritrovate macchine per un valore di oltre 5 milioni di euro
Due operazioni congiunte sul territorio nazionale e internazionale hanno portato al recupero di 320 supercar
L‘operazione Jpo Itacar, lanciata dalla delegazione italiana di Carpol – la rete per combattere il traffico dei mezzi rubati – ha visto collaborare Europol, Interpol, Frontex, Tispol, Polizia criminale e Carabinieri, ispezionando 376.475 veicoli, con l’obiettivo di sgominare una rete di furto e ricettazione di auto di lusso.
Jaguar, Mercedes, Audi, BMW, Range Rover e altre auto di marchi premium, venivano smantellate all’interno di officine e autodemolizioni, prima di tornare sul mercato attraverso i canali di ricettazione. Anche alcune donne – compagne dei membri della banda – facevano parte dell’organizzazione, perlustrando le zone bene di Roma durante il giorno a caccia delle auto da rubare di notte. L’indagine ha coinvolto 28 paesi dell’Unione e la Svizzera, con un bottino finale di oltre 320 automobili recuperate, per un totale di 5 milioni e 500 mila euro.
Sul territorio italiano, l’operazione ha visto coinvolti i carabinieri tra Lazio e Campania, dove lunedì 13 ottobre hanno attuato 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di cittadini delle provincie di Roma, Latina, Napoli e Salerno. Già durante le indagini erano state arrestate 5 persone a Roma. La rete aveva come cliente finale il mercato del Nord Africa, diversamente da quanto accadeva per altre organizzazioni criminali internazionali incluse nell’operazione Jpo Itacar.
I controlli si sono svolti a tappetto nei porti di Genova, Trieste, Napoli e Bari, mentre in Olanda, nella sede dell’Europol all’Aja, è stata organizzata una sala operativa congiunta. Un video della Polizia di Stato mostra come una gran quantità delle vetture recuperate fossero nascoste all’interno di container, in attesa di partire per l’estero.
L’inchiesta che ha coinvolto l’Arma tra Roma e Salerno mostra un’organizzazione decisamente estesa, dedita al furto, ricettazione e riciclaggio delle vetture con uno schema preciso, che vedeva prima la neutralizzazione degli antifurto posti sulle auto attraverso appositi kit di accensione elettronica, e quindi la “sosta” nelle officine.
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