Lancia Fulvia Coupé, amatissima in ogni tempo [FOTO]

Dal cinema ai rally, la storia della Fulvia Coupé

Design elegante e raffinato, massima qualità costruttiva ed uno straordinario piacere di guida caratterizzano la Fulvia Coupé. Ecco la sua storia.

Tutt’oggi capace di suscitare emozioni uniche alla guida la Lancia Fulvia Coupé, giunta sulla scena automobilistica negli anni ’60, era all’avanguardia sotto tutti i punti di vista, tra i quali l’assetto molto rigido e la compattezza del motore.

Un design ispirato alla nautica


La linea, assolutamente futuristica, è stata e sarà per sempre uno stilema nel mondo: il designer che ha prodotto questo capolavoro è Pietro Castegnero, che si ispirò al celebre motoscafo Riva. 

Le barche che portavano questo rinomato marchio erano caratterizzate da una forma appagante dal punto di vista estetico ed estremamente funzionale; così era anche per la Fulvia. La vettura si presentava particolarmente compatta, con il cofano relativamente corto che custodiva il piccolo ma potente propulsore, ed il bagagliaio con una capienza più che soddisfacente dentro cui trova alloggio la ruota di scorta. Si doveva al caratteristico abitacolo la buona visibilità tanto apprezzata dalle donne, squadrato ed a torretta, ispirato alla pilotina di comando dell’imbarcazione.

L’interno, allora molto lussuoso e ricercato, vanta un cruscotto in massello ed un volante dalla corona in legno, che veniva spesso sostituito per le gare da comandi di diametro inferiore e di materiali differenti.

Il cinema, le donne, i rally


I due ambiti che hanno permesso a quest’auto di ottenere tali risultati di vendita sono stati senza dubbio le competizioni ed il cinema.

Film come “I primi della lista”, “Poliziotto sprint”, “Ordine di uccidere” e “Oscar” l’hanno vista come comparsa (o nel ruolo di protagonista) facendola apprezzare a tal punto da permettere la commercializzazione della terza serie, seppur dopo il lancio della Beta Coupé. La Fulvia riscosse un incredibile successo fin da subito e fu una delle auto più apprezzate dal pubblico femminile. Difatti un quesito a cui bisogna dare una risposta è: “Come mai, per molti versi, le signore l’hanno apprezzata più che i gentleman driver?”. 

Le ragioni erano due: innanzitutto la visibilità, che era eccezionale a 360 gradi, in secondo luogo la qualità costruttiva degli interni e dei materiali. Una leggenda narra che il navigatore del mitico Sandro Munari, sulle pietraie di una tappa rallistica, fu costretto a tenere la marcia con il ginocchio per via del cambio migliorabile, data la fragilità degli innesti. Eppure i lancisti non solo la venerano, ma hanno sempre preferito di gran lunga il primo “fragile” quattro marce alla iconica leva lunga, adottata sul successivo cinque rapporti.

La HF e le imprese di Munari


In molti si chiedono come facciano numerosi appassionati di automobilismo storico a preferire una piccola coupé, a trazione anteriore, ad un mostro sacro come l’Alfa Romeo Giulia GT. La sua motricità, indubbiamente inusuale per le auto di quegli anni, avrebbe dovuto essere mal vista dai puristi della guida più sportiva, ma la tenuta di strada che questa soluzione tecnica regalava alla Fulvia fa dimenticare a tutti, in un istante, le tradizioni.

Nonostante le poche ma veritiere critiche che l’hanno riguardata, nei rally degli anni ’60 e ‘70 ha ottenuto risultati eccellenti. Presentata nel 1965, allora montava un motore quattro cilindri molto compatto e progettato da Ettore Zaccone Mina. Nel 1966 è stato presentato il primo esemplare portante la sigla “HF” ovvero “high fidelity”, il simbolo della squadra corse Lancia. I cavalli erano inizialmente 80, e anche se ben presto divennero 96, è stata la 1300 HF, che ne vantava 101, a vincere il Tour De Corse assieme a Sandro Munari. Bisogna poi attendere il 1972 per vederla trionfare nel Campionato Internazionale Costruttori con lo stesso formidabile pilota, davanti a Renault Alpine e Porsche 911.

Se questi “numeri” da record non dovessero bastare per convincervi di quanto sia formidabile, provate a guidarla! Inutile dire che sedersi al volante di una qualunque versione è un’esperienza unica. Rilasciando il pedale della frizione è facile procurare una goduriosa sgommata, e, prima che questa finisca, il contagiri è già al limitatore. Si percepisce ogni cosa che accade sotto le ruote, così come la motricità: tutta davanti. Con un peso in ordine di marcia di 950 kg sembra di dimenticarsi della parte del mezzo che sta dietro il sedile del guidatore, sensazione aumentata dall’incredibile tenuta di strada.

Si può intuire facilmente che è stata pensata per le gare: sorprendente l’accelerazione, grazie anche ai particolari rapporti molto corti in seconda e terza marcia, e dall’allungo poderoso agli alti regimi.

Un valore sempre più grande


Oggi le quotazioni di queste vetture sono in continua ascesa e si stanno allineando alla concorrenza Alfa Romeo di pari età. Bella, raffinata, elegante, italiana e vincente: nonostante i 140.454 esemplari prodotti, la Lancia Fulvia resta un’auto per pochi.

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