Land Rover Discovery Sport TD4 150cv, quando il diesel si fa Ingenium [PROVA SU STRADA]

Con il nuovo 2 litri non solo giù i consumi e le emissioni

Dal 2.2 scende a 2 litri e guadagna la classe Euro 6 ed un sorprendente dato dichiarato si 4.9 l/100 Km nel ciclo combinato. Disponibile in due step di potenza, 150 e 180 cavalli, lo abbiamo provato con il fantastico ZF a 9 rapporti

Servizio fotografico, riprese e montaggio video: Mariano Tedesco

Land Rover Discovery Sport 2.0 TD4 150cv 4WD HSEAvevamo provato la nuova Discovery Sport proprio con il 2.2 litri a gasolio che stava per essere mandato in pensione dal nuovo 2 litri della famiglia Ingenium. Si tratta di una nuova era per il gruppo Jaguar – Land Rover, che chiude il cerchio di un processo che la porta ad avere un propulsore interamente sviluppato e prodotto al proprio interno. Ricordiamo infatti che il vecchio 2.2 litri era una evoluzione del TDCi Duratorq, ereditato dalle passate partnership e di origine Ford (che a sua volta lo aveva sviluppato insieme al gruppo PSA). Con l’occasione della prova su strada del nuovo propulsore abbiamo avuto il piacere di risalire sulla Discovery Sport, questa volta in allestimento 7 posti.

Una presenza importante

217 centimetri di larghezza specchietti inclusi, cofano molto alto, la Discovery Sport non è certo un’auto che passi inosservata. Al volante ci si sente subito padroni della strada, ma il suo aspetto non è più quello rude delle Land Rover del passato. Il muso in particolare è lo stesso, moderno ed elegante, della Evoque. Il merito di tanta grazia, con una cura del dettaglio che la identifica subito come un’auto raffinata è di Gerry McGovern, designer che partendo dalla piccola di Casa le ha regalato una zona posteriore dalle dimensioni più importanti. Così la Discovery Sport arriva a poter ospitare addirittura 7 persone, grazie alla linea del tetto meno spiovente e, soprattutto, ai 10 centimetri in più di lunghezza. Arriva appena sotto la soglia dei 4,6 metri, riuscendo però a stupire per le proporzioni quasi perfette. Modificare la linea di un’auto per incrementarne gli spazi interni non è per nulla una operazione facile, spesso si rischia infatti di renderla poco equilibrata e meno piacevole da guardare. Il trucco, se così si può definire, passa per la lettura del dato del passo, cresciuto di 8 dei 10 centimetri totali, con solo 2 cm di maggiore sbalzo posteriore.

L’accoglienza di un salotto di lusso
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Poche altre auto sono in grado di regalare una sensazione di qualità come quelle del gruppo Jaguar – Land Rover. Sarà l’odore della pregiata pelle Windsor, ma al cervello arriva subito l’informazione che stiamo salendo su una vettura di prestigio. Tutti i sensi sono resi concordi da scelte che appagano la vista, il tatto, l’olfatto come detto ed anche l’udito. Manca solo il gusto, ma per fortuna ancora non abbiamo provato ad assaggiare gli interni di un’auto. Battute a parte, le scelte sono ottime, dal design ai materiali, dalla qualità alla lavorazione. Sono chiari i richiami all’ammiraglia di Casa, la Range Rover, con una connotazione volutamente leggermente più sportiva e giovane. Anche sul fronte tecnologico non ci si può lamentare di nulla, ad esempio il display è da ben 8 pollici, comodo da gestire con i tasti di selezione rapida ai lati, oppure con le dita, essendo un touch screen. Il sistema colloquia con il proprio cellulare, sia quando si è a bordo dell’auto e lo si collega alla porta USB così da replicare alcune funzioni sullo schermo, ma anche a distanza, grazie ad un’App (InControl Remote) che permette ad esempio di verificare il livello del carburante e se ci sono porte o finestrini aperti.

La comodità di farsi in 7
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Un bagagliaio che va da 689 litri in su, a seconda della configurazione, fino ad arrivare addirittura a quasi 1.700 con i sedili abbattuti. La seconda fila può scorrere in avanti di ben 16 cm, per far spazio ai bagaglio (980 litri senza abbattere gli schienali), oppure a chi siede ancora più indietro. La terza fila di sedili è un utile optional da 1.330 euro, non sono posti comodi per farci un viaggio, ma potrebbero esserlo per due bambini ed arrivare a 7 posti totali può risultare molto utile. L’operazione di “estrazione” dei sedili è molto semplice, si tratta di tirare uno dei due lacci per alzare lo schienale, lasciando spazio alla seduta. Si accede dalle porte laterali con qualche ovvia difficoltà, ma di contro si hanno a disposizione un comando dell’aria dedicato e due prese, una 12 Volt ed una USB.

SUV vero e con trazione permanente, in grado però del comfort di una berlina di lusso
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Quando si dice SUV ormai si pensa ad auto alte, con un look accattivante, ma spesso con la trazione sulle sole ruote anteriori e comunque poco idonee all’off road. Se però il SUV in questione è un Land Rover, per quanto lussuoso e ben rifinito possa essere, non può tradire una tradizione che trova le sue radici molto lontano. Per chi lo desideri si può anche rendere il Discovery Sport un mezzo a trazione anteriore, con la possibilità di spostare la coppia alle ruote posteriori solo all’occorrenza (grazie a differenziali e frizioni a comando elettronico). Si tratta dell’Active Driveline, optional da poco più di mille euro il cui scopo è principalmente il contenimento dei consumi. Di suo però quest’auto resta una perfetta “dual purpose”, in grado di portarvi a spasso coccolandovi come una qualsiasi berlina di lusso, oltretutto con una delle migliori immagini in quanto a blasone ed heritage del Brand che sfoggia e la capacità di assorbire buche ed imperfezioni dell’asfalto in modo egregio, ma è altrettanto a suo agio immersa in un guado fino a 60 centimetri o su un impegnativo percorso in off road. Oltre 21 cm da terra, angoli di attacco da vero fuoristrada e pendenze massime superabili del 100% sono solo alcuni degli indizi. La gestione della trazione integrale e “magie” elettroniche quali il Terrain Response o la guida automatica in discesa (freno ed acceleratore sono lasciati alla gestione dell’Hill Descent Control) completano il quadro.

Ingenium per l’euro 6, ma anche per molto altro
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Uno dei motivi principali che ha spinto alla nascita dei propulsori a gasolio della famiglia Ingenium è il passaggio alla normativa Euro 6. Diciamo che questa è stata però solo l’occasione per poter dotare le vetture del gruppo di unità progettate, sviluppate e prodotte “in casa”, abbandonando il vecchio TDCi Duratorq di origine Ford ed aggiornato più volte nel corso di oltre 10 anni. Nasce anche una fabbrica tutta nuova, costata la bellezza di mezzo miliardo di sterline, l’Engine Manufacturing Centre nelle West Midlands. Con queste premesse il nuovo 2 litri non poteva che essere dotato di caratteristiche che lo rendono in grado di competere con la migliore concorrenza. Compatto e leggero, realizzato in alluminio e con accorgimenti che perseguono molteplici scopi, dall’efficienza energetica alla silenziosità, senza perdere di vista le prestazioni ed il piacere di guida. Nella nostra prova su strada ci ha sorpreso, non a caso, per la silenziosità a qualsiasi regime. Perde infatti quella rumorosità ai bassi, che avevamo invece constatato sul 2.2 litri. Merito della presenza di due contralberi di bilanciatura, ma anche di dettagli quali il rivestimento del lato interno del coperchio della coppa dell’olio, o l’ovalizzazione di 0,5 millimetri sul pignone della pompa d’iniezione, o ancora degli iniettori disaccoppiati. Per quanto riguarda l’efficienza poi si è lavorato sull’elettronica e sulla fasatura, che è variabile sul lato di scarico, con particolari accorgimenti atti a ridurre le emissioni di NOx (ossidi d’azoto). Uscendo da discorsi tecnici per entrare in dettagli più coinvolgenti, quelli che riguardano le prestazioni, il 2 litri Ingenium è declinato in vari step di potenza.

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In particolare quelli destinati al cofano della Discovery Sport sono il 150 cavalli, da noi testato, ed il 180. Il primo rimpiazza l’unità da analoga potenza di 2.2 litri, mettendo sul piatto 380 Nm di coppia a soli 1.750 giri, che diventano 430 (sempre al medesimo regime) nella versione da 180 cavalli, valore record per una unità di questa cilindrata. In questo caso si è rinunciato a 10 cavalli, erano 190 nella versione più potente, con però un guadagno di 10 Nm, malgrado la minor cilindrata. Le prestazioni dichiarate dalla Discovery Sport TD4 da 150 cavalli sono di 11,7 secondi nello 0-100, che scendono a 10,3 con lo ZF 9 marce, con una velocità massima in entrambi i casi di 180 km/h. Lo step da 180 cavalli sfrutta la maggior coppia, ancor più che la maggior potenza, bruciando lo scatto da fermo per arrivare ai 100 Km/h in appena 9,9 secondi (8,9 con il cambio automatico), mentre guadagna 8 Km/h sulla velocità di punta. Numeri a parte, dietro al volante le migliorie sono evidenti fin da subito. Abbiamo detto della maggior silenziosità, soprattutto ad andature tipiche da città, dove sotto il regime di coppia massima il vecchio 2.2 litri mostrava i suoi difetti, mentre il nuovissimo Ingenium si fa molto apprezzare. Oltre a questo è l’erogazione a farsi più appagante. Non ci sono buchi a nessun regime, di contro il 4 cilindri è pieno e pastoso da poco oltre il minimo fino alla fine del contagiri, con una progressione fluida e tonda. Lavora in modo ancora migliore del precedente motore con lo straordinario ZF a 9 rapporti. Il gruppo Jaguar – Land Rover è al momento l’unico a riuscire gestirlo in modo ottimale a livello di software ed i risultati sono evidenti. Le cambiate non sono quasi avvisabili e le esigenze del guidatore vengono sempre assecondate al meglio. Non sono rare le cambiate multiple a scalare quando di preme a fondo il pedale dell’acceleratore ed il propulsore viene sfruttato così bene da non far sentire l’esigenza di una potenza maggiore, anche con una stazza piuttosto importante da dover gestire (quasi 18 quintali).

I prezzi ed il consumo
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La Discovery Sport, con il nuovo propulsore 2 litri Ingenium che parte dai 37.300 euro dalla TD4 150cv Pure. Sono 4 gli allestimenti, dal Pure si passa all’SE (42.100), poi all’HSE (47.700), per arrivare al top con l’HSE Luxury (53.800). Se invece si vuole qualche cavallo in più la TD4 può averne anche 180, con 2.200 euro in più. Lunga la lista degli optional, con cui si può far salire e di molto il conto finale. Tra questi uno dei must irrinunciabili è per noi il cambio automatico ZF a 9 rapporti, scelto da tre quarti dei clienti e che si “paga” circa 2.400 euro. Grazie alle tre marce in più rispetto al manuale ed alla efficientissima gestione delle cambiate, è in grado di garantire un tempo nettamente migliore sullo 0-100 (nell’ordine di 1 – 1,5 secondi in meno), senza incidere sui consumi. Su questo fronte il nuovo propulsore promette sulla carta un consumo di carburante irrisorio, soprattutto alla luce del tipo di vettura, con un dato dichiarato (identico per i due step di potenza) di 5.1 litri per 100 Km percorsi in ciclo combinato (erano 5.7 per il 150 cavalli, 6.1 per il 190). A questi dati, riferiti alla versione standard con trasmissione manuale, si affianca il 4.9 l/100 Km per la E-Capability, versione più attenta a consumi ed emissioni, grazie alla configurazione a soli 5 posti, ai cerchi da 18″ con pneumatici a bassa resistenza ed una gestione del propulsore più attenta, unita ad una rapportatura leggermente allungata. Se un dato di oltre 20 con un litro per un SUV dalle generose dimensioni potrà già sembrare eclatante (la Casa di Whitley lo definisce infatti il SUV Premium compatto più efficiente sul mercato), l’annunciata versione 2WD promette di fare ancora meglio. Quanto alla nostra prova, il dato che avevamo rilevato con il “vecchio” 2.2 litri si era assestato a fine test intorno ai 7.8 L/10 Km, mentre con la nuova motorizzazione, anche in questo caso abbinata allo ZF a 9 rapporti, abbiamo rilevato miglioramenti di qualche punto percentuale. Le differenze maggiori arrivano però dai percorsi urbani e tortuosi più che dalle tratte autostradali, a testimoniare la ottima efficienza del nuovo Ingenium lungo tutto l’arco di erogazione e non solo ad andature costanti.

Qui la nostra prova su strada completa della Discovery Sport

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4 commenti

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  • amedeo ha detto:

    Secondo mè i dati dichiarati relativi al consumo sono falsi e di gran lunga

  • Matteo Pozzi ha detto:

    Ciao Amedeo,
    non si può parlare di dati falsi, perché i dati ufficiali sono rilevati secondo regole precise ed il Gruppo Jagaur – Land Rover non è mai stato coinvolto in scandali con trucchi o cose simili. Di certo quanto abbiamo rilevato nella nostra prova su strada, con un utilizzo reale e più vicino a quanto possa essere l’uso “normale” della vettura, come sempre si discosta da questi dati, ma non in modo eclatante. Considerato la stazza ed il tipo di auto, fare i 13 con un litro di gasolio non è proprio un risultato malvagio, anzi!

    Grazie e alla prossima!

  • amedeo ha detto:

    i 13 vedremo se li fa’, tenendo conto che ha 150 cv non mi sembra un record, comunque dichiarare 24 extraurb , 20 misto 18 citta’, non ti sembra distante.
    Non voglio fare il rompi di turno, essendo la mia professione collaudare vetture, ne avrei di particolari da far notare, per esempio, provate a regolare lo schienale dei sedili anteriori, senza appoggiarsi naturalmente. Maniglia in posisizione scomodissima, di piccole dimensioni, inutile per il movimento che dovrebbe fare, non credete?

  • Matteo Pozzi ha detto:

    Ciao Amadeo,
    se sei collaudatore saprai bene che il valore del consumo dichiarato è relativo al ciclo di omologazione, che è ben diverso dall’uso reale.
    Il valore che abbiamo rilevato nella nostra prova è reale e realizzato con uno stile di guida nemmeno troppo attento.
    Per il resto nessuna auto è perfetta e il problema che hai segnalato non a tutti crea lo stesso fastidio, ad esempio a noi non è sembrato rilevante.

    Grazie,
    Matteo

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