Mario Andretti, 82 anni, guida una “moderna” McLaren di F1 a Laguna Seca [VIDEO]
L'ex pilota, classe 1940, ha così esaudito il suo desiderio
Andretti e il motorsport vanno di pari passo, con i successi più recenti relative al popolare cognome che hanno a che fare con Michael Andretti, che nel 1993 corse anche in Formula 1 con la McLaren.
Invece a sorpresa, lo scorso fine settimana, il protagonista assoluto con una monoposto di F1 è stato un Andretti diverso: parliamo del leggendario padre di Michael, Mario (anche lui pilota di F1 e Indy Car), oggi 82enne, che ha avuto l’0pportunità di guidare una McLaren di F1 sul circuito di Laguna Seca.
Il desiderio di Mario Andretti: guidare una F1 moderna
L’idea di questo test drive risale allo scorso maggio, in occasione del GP di Miami di F1, quando in un intervista Mario Andretti, rivolgendosi al CEO di McLaren Racing Zak Brown, disse che guidare una moderna macchina di F1 fosse nella sua personale lista dei desideri.
Con grande sorpresa di Andretti, Brown ha immediatamente risposto con una proposta reale, affermando: “Sai una cosa? Penso che ci proveremo ad Austin”. Cinque mesi dopo, il test drive non è avvenuto ad Austin al Gran Premio degli Stati Uniti, ma è successo comunque e addirittura su uno dei circuiti più iconici del mondo.
Il pilota più anziano al volante di una F1 “moderna”
A 82 anni, Mario Andretti non è la persona più anziana a guida un’auto di Formula 1 (Stirling Moss nel 2015 a Goodwood ha guidato la sua vecchia Mercedes W196 a 85 anni), ma è comunque il più anziano a guidare una F1 moderna. L’aggettivo moderno è ovviamente relativo, dal momento che la McLaren MP4/28 che ha guidato è del 2013 ma di certo rispetto all’ultima volta che Andretti ha guidato in F1, ovvero nel 1982, questa vettura rappresenta per lui un enorme salto generazionale in avanti.
Aggredisce i cordoli con buona velocità
Dalle immagini del giro si nota che Andretti, pur senza spingere la macchina al limite, guida comunque abbastanza velocemente. Con una mancanza di spinta che, più che essere legata alla sua età, è riconducibile a un fisiologico apprendimento con la monoposto, ben altra cosa rispetto alla F1 che ha guidato lui fino ai primi anni ’80. Oltre a questo sulla velocità tenuta in pista, come dichiarato da lui stesso dopo il test, hanno inciso anche una serie di questioni più pratiche, come quelle relative al comfort di casco e volante che gli hanno impedito una corretta visualizzazione dei dati sul volante compromettendo un utilizzo adeguato del cambio per poter andare ancora più forte.
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