Mercato Auto: il dieselgate non spaventa le vendite in Italia

Segnata una nuova crescita del 17,2%

Mercato Auto - In Italia, nonostante il recente dieselgate, il mercato auto, per ora, continua la sua crescita. A trainarlo ci pensa, ancora una volta, FCA spinta a sua volta dalle vendite di Jeep e, finalmente, di Alfa Romeo
Mercato Auto: il dieselgate non spaventa le vendite in Italia

Il dieselgate non ha avuto, per ora, ripercussioni, sul mercato italiano dell’auto che a settembre segna una nuova crescita del 17,2% con 130.071 immatricolazioni e un totale da inizio anno di 1.196.270 consegne, il 15,3% in più dell’analogo periodo 2014.

Non vi sono ragioni per ritenere che nell’ultimo trimestre dell’anno il mercato italiano possa rallentare nel recupero a due cifre iniziato nel 2015.” ha spiegato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che sostiene così la “tesi ottimista” dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere. Tirano un sospiro di sollievo i concessionari Volkswagen e Audi, ,ma le preoccupazioni però restano.Il rischio è molto grosso, non gioisco in nessun modo. Si rischia un impatto a cascata in Italia“, ha affermato il vice ministro dell’Economia Carlo Calenda. Intanto, sono più di 645.000 in Italia le auto del gruppo Volkswagen che saranno richiamate “per manutenzione” dopo lo scandalo delle emissioni truccate. 361.432 Volkswagen, 197.421 Audi, 35.348 Seat, 38.966 Skoda e 15.291 Volkswagen Veicoli Commerciali. Il marchio di Wolfsburg cerca di risollevare la testa e per questo promette interventi tempestivi.

Tornando al mercato auto nostrano, bisogna per l’ennessima volta segnalare, per l’esattezza la nona, la crescita di Fca, trainata da Jeep ma anche da Alfa Romeo. Il gruppo cresce del 20,34% a settembre (36.888 consegne) e del 17,5% nei nove mesi (339.360), con cinque modelli tra le top ten: Panda (auto più venduta in assoluto), Ypsilon, Punto, 500L e 500X. Crescono anche le vendite di Fca sul mercato americano (+14% a settembre), ma dagli Usa arriva il no del 65% dei lavoratori americani all’accordo sul contratto di lavoro, firmato da Sergio Marchionne e dal presidente del sindacato Uaw, Dennis Williams.

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