Mitsubishi Space Star 1.2 Intense CVT, pochi fronzoli, tanto spazio, dotazione full [PROVA SU STRADA]
La riduzione del peso e l'ottimo Cx le consentono una grande parsimonia nei consumi
Mitsubishi Space Star – Il nome, per i nostri lettori con la memoria più ferrea, non sarà di certo nuovo. Di Mitsubishi Space Star, in Italia, se ne era già vista una nella seconda metà degli anni novanta, ed era una monovolume compatta tutta spazio e razionalità. Con la seconda generazione, invece, il nome resta uguale, ma cambia del tutto il tipo di vettura: la Space Star adesso è una piccola utilitaria. Ciò che non cambia, però, è la mission della vettura: offrire il massimo dello spazio e della praticità a dispetto di dimensioni esterne contenute. A ciò si aggiunge la presenza del propulsore tre cilindri benzina, che promette percorrenze pari se non superiori a quelle di un diesel, grazie anche agli sforzi fatti sul fronte del contenimento della massa e dell’efficienza aerodinamica.
Design e Interni:
Forme semplici e senza troppe pretese, ma comunque gradevoli
Al fine di ottenere la maggiore abitabilità interna possibile, le dimensioni della Space Star sono leggermente più grandi rispetto a quelle delle segmento A, sue dirette concorrenti: i centimetri di lunghezza sono 379, e questo le consente di avere un’abitabilità pari a quella di vetture di un segmento superiore quali Fiat Punto, Ford Fiesta, Volkswagen Polo ecc…Dal punto di vista estetico, invece, si bada molto alla sostanza, senza particolari effetti speciali. Anche se, in realtà, un effetto speciale ci sarebbe: le forme della Space Star, così affusolate, le consentono di ottenere un Cx di appena 0,27, riferimento assoluto per la categoria. Nel complesso, comunque, la vettura si presenta gradevole, in particolare nel frontale, dove la Space Star non si fa mancare profili cromati per mascherina e presa d’aria. I fari, dalla forma triangolare, si integrano alla perfezione con la forma affusolata del cofano. Più lineare e semplice la fiancata, dove risaltano i bei cerchi in lega, elemento distintivo dell’allestimento “Intense”. In coda, infine, spicca uno spoiler posteriore piuttosto pronunciato, presente non di certo per motivi di sportività, ma perché funzionale ad ottenere un migliore coefficiente di penetrazione aerodinamica. Che poi non dispiaccia a livello estetico, tanto meglio.
Interno: come per l’esterno prevale la razionalità, ma in quanto a dotazioni è davvero ricca
Come per l’esterno, anche l’abitacolo della Space Star bada al sodo. C’è tutto quello che ci si aspetta di trovare su una vettura moderna in termini di comfort, con il plus di un’abitabilità senza eguali tra le concorrenti. Cinque posti e un bagagliaio da 235 litri sono il riferimento tra le segmento A. Per chi siede dietro, lo spazio per le gambe e per la testa non manca di certo, e reclinando gli schienali posteriori si raggiungono ben 1.100 litri di capacità di carico. Chi si trova al posto guida, invece, oltre agli ormai scontati clima (che è addirittura automatico) ed autoradio, potrà anche contare su porta USB/AUX, comandi al volante, accensione key-less, sensore luci e pioggia, e persino cruise control. Insomma, sul fronte della dotazione non ci si può proprio lamentare. I materiali utilizzati e le finiture, coerentemente con la filosofia della vettura, sono invece pensati per essere robusti e durare nel tempo, senza dover offrire un particolare appagamento sensoriale. Niente materiali soft touch dunque, ma un abitacolo razionale e senza troppi fronzoli, neanche dal punto di vista del design.
Comportamento su Strada:
Buon livello di comfort, in città ma non solo
Pensata principalmente per la marcia cittadina, la Space Star offre il meglio di sé proprio nel traffico, dove sfoggia una bel raggio di sterzata ed una piacevole leggerezza dei comandi, che così non affaticano, neanche dopo ore di coda. Molto buoni sono anche la visibilità e l’assorbimento delle sconnessioni, grazie ad un assetto tarato sul morbido, che consente di digerire in scioltezza tombini e dossi. Il motore 3 cilindri, dal canto suo, è quasi esente da vibrazioni ed ha una voce sempre discreta. Spostandosi fuori porta, invece, la Space Star resta comunque a suo agio, a patto di mantenere un’andatura turistica. Persino a 130km/h la piccola giapponese riesce ad apparire disinvolta, potendole rimproverare soltanto qualche fruscio di troppo. Su un percorso guidato, invece, non appena si forza l’andatura, emerge un comportamento sano, improntato alla naturale tendenza ad allargare le curve con il muso. Una propensione al sottosterzo che, comunque, viene subito limitata dall’intervento dell’elettronica, sempre pronta e vigile. Mai in discussione, invece, la stabilità della coda, che tende però ad alleggerirsi un po’ nelle frenate più decise. Lo sterzo, come detto molto leggero, si dimostra sufficientemente pronto e progressivo, ma non eccelle di certo in quanto a comunicatività, restituendo un feedback sempre piuttosto artificiale di quanto accade alle ruote anteriori.
Motore e Prestazioni:
La potenza c’è, ed il brio, rispetto ad altre citycar, risulta ragguardevole
Il propulsore della Mitsubishi Space Star in prova, uniformandosi alla moda del momento, è un tre cilindri. La cubatura, però, non è particolarmente ridotta: stiamo parlando, difatti, di un 1.2 da 80cv. Proprio il livello di potenza non indifferente consente alla Space Star di avere aspirazioni che non si limitano alle sole mura cittadine. Complice anche il peso contenuto della vettura (il dichiarato è ben sotto i 900kg), che rende vita facile al 1.2, le prestazioni sono tutt’altro che spente. La velocità di punta supera difatti i 170 km/h, mentre l’accelerazione da 0 a 100km/h avviene in poco meno di 12 secondi. In gamma è anche presente un propulsore 1.0, sempre con 3 cilindri, ma per un utilizzo non solo cittadino il 1.2 è la scelta che ci sentiamo di consigliare. La vettura in prova, peraltro, era dotata del cambio automatico CVT. Comodissimo in città, dove garantisce una marcia sempre fluida e priva di interruzioni, diventa meno piacevole quando si chiede la prestazione al propulsore. La variazione continua, come accade per gli scooter, in piena accelerazione, tiene sempre il motore al massimo numero di giri, con un evidente effetto “scivolamento” della frizione.
Consumi e Costi:
Gli sforzi su aerodinamica e peso rendono giustizia al distributore, per il listino invece…
Il contenimento dei consumi è stato uno dei diktat sin dalla fase di progettazione. In quest’ottica, come detto, sono stati fatti grandi sforzi per quanto riguarda l’aerodinamica ma anche la riduzione del peso. Questo, nonostante la buona potenza (ed il cambio CVT che non è riconosciuto per essere tra i migliori alleati del contenimento dei consumi), consente alla Space Star di essere sempre parsimoniosa: la media che siamo riusciti a realizzare durante la nostra prova, con utilizzo misto tra città e fuoriporta, è stata di 6.3 litri/100km. Al fine di aiutare chi guida a ridurre le richieste di carburante, peraltro, la strumentazione, nel quadrante di destra, offre un prezioso alleato: un indicatore con varie tacche, che si riempiono o scompaiono a seconda di quanto sia “eco” o meno lo stile di guida. Infine, per quanto concerne il listino, bisogna fare dei distinguo. La Space Star è anche una vettura pensata per costare poco: ottenendo dei buoni sconti, o magari approfittando di qualche promozione, si può acquistare una 1.0 per un prezzo abbondantemente inferiore ai 10.000€. Il discorso cambia, invece, per una 1.2 automatica top di gamma come quella in prova, il cui listino parla di un impopolare assegno da 18.410€ nel caso in cui si opti per il bianco perlato. La dotazione, comunque, è davvero full, ed anche in questo caso siamo convinti che usufruendo delle varie promozioni ci si possa portare in garage una Space Star per una somma più contenuta.
Pro e Contro
Ci Piace | Non Ci Piace |
---|---|
Consumi contenuti e dotazione quasi da piccola ammiraglia. | Comportamento cambio CVT in piena accelerazione. |
Mitsubishi Space Star 1.2 CVT: la Pagella di Motorionline
Seguici qui