Opel Ascona 400 trionfa alla Modena Cento Ore

Stephan e Mattias Jocher su Opel Asconta 400 si aggiudicano l’edizione del 25simo anniversario

Opel Ascona 400 trionfa alla Modena Cento Ore

La Modena Cento Ore ha celebrato il suo venticinquesimo anniversario con un’edizione avvincente e ricca di storia, che ha visto trionfare i tedeschi Stephan e Mattias Jocher al volante di una splendida Opel Ascona 400 preparata da Conrero. Inseriti nella categoria G/H/I, dedicata alle vetture costruite dal 1966 in poi, i due hanno condotto una gara impeccabile, mantenendo il comando nonostante l’assalto continuo delle Ferrari 308 dei belgi Glenn e Conrad Janssen e degli inglesi James Crossland e Robert Brooks. Dopo cinque prove in pista e dieci in salita, il margine finale è stato di soli 1’27” 2/10, a dimostrazione dell’alto livello competitivo della manifestazione.

Vittoria per Stephan e Mattias Jocher su Opel Asconta 400

Come da tradizione, la Modena Cento Ore ha riunito vetture storiche che coprono oltre mezzo secolo di motorsport, confermandosi uno degli eventi più attesi dagli appassionati europei. Protagonista assoluta di questa edizione, l’Opel Ascona 400 vanta una storia sportiva di rilievo. Presentata nel 1979 al Rallye di Montecarlo, la berlina tedesca conquistò subito la scena vincendo il Rally di Svezia con Anders Kullang e Bruno Berglund. Realizzata in 400 esemplari per ottenere l’omologazione nel Gruppo 4, era equipaggiata con un 4 cilindri bialbero da 2.410 cc sviluppato da Cosworth, capace di erogare 144 CV nella versione stradale e fino a 270 CV in quella da competizione preparata da Conrero.

Opel Ascona 400 trionfa alla Modena Cento Ore

Il tutto abbinato a un cambio Getrag a 6 rapporti e trazione posteriore, soluzione che ne fece un riferimento per affidabilità e prestazioni. Il 1981 rappresentò l’anno d’oro della Opel Ascona 400, con il titolo assoluto nel Campionato Italiano Rally firmato da “Tony” Fassina e “Rudy” Dal Pozzo. Un successo storico per Opel, completato dai piazzamenti di “Lucky”-Penariol e del giovane Miki Biasion. Nello stesso anno, la vettura conquistò anche i campionati nazionali in Belgio, Danimarca, Inghilterra, Irlanda, Olanda e Svezia, consacrando definitivamente il modello come una delle icone del rallismo internazionale.

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