Pedaggi autostradali: dal 1° gennaio 2023 possibili rincari

Col nuovo anno potrebbe tornare gli aumenti bloccati nel 2018

Pedaggi autostradali: dal 1° gennaio 2023 possibili rincari

Con l’arrivo del nuovo anno c’è il rischio di un aumento dei pedaggi autostradali. Anche se per il momento non ci sono conferme ufficiali a riguardo, cose che potrebbe avvenire negli ultimi giorni dell’anno, dal 1° gennaio 2023 potrebbe essere riattivato quel meccanismo, basato su una formula matematica, che fino a qualche anno fa comportava rincari quasi automatici e che è stato sospeso dal 2018.

Decisione, quella di congelare tale meccanismo, che avvenne in seguito al crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuta il 14 agosto 2018. Una tragedia che fece emergere tutta l’inadeguatezza del sistema, basato sugli investimenti programmati dalle società concessionarie e che in realtà vengono attuati sempre più di rado.

Aumenti attesi sulle tratte di Aspi e Tem Milano Spa

Un blocco tariffario che potrebbe però presto decadere. A tal proposito, a giugno di quest’anno si era iniziato a parlare di un incremento dell’1,5% del pedaggio sulla rete di Autostrade per l’Italia (circa 3.000 chilometri), come anticipato dall’ad della società Roberto Tomasi. Di quel rincaro poi nulla si è concretizzato negli scorsi mesi. Ora però le cose sono cambiate e il meccanismo di adeguamento tariffario, contenuto nel nuovo schema di concessione elaborato dall’Autorità di regolazione dei trasporti e, come scrive Quattroruote, recepito da Autostrade per l’Italia e da Tangenziale esterna Milano Spa, applicabile dal 1° gennaio 2023, potrebbe comportare il rincaro dei pedaggi, almeno sulle tratte gestite da Aspi e sull’A58 Tem di Milano.

Rincari non previsti per A24 e A25

Situazione più ingarbugliata invece per quanto riguarda altre due tratte autostradali del centro Italia, la A24 Roma-L’Aquila-Teramo e la A25 Roma-Pescara, per le quali Strada dei Parchi Spa, la società che le aveva in gestione, qualche mese fa aveva ipotizzato un rialzo annuo dei pedaggi del 15,8% a partire dal 2022. Successivamente le suddette autostrade sono finite al centro di un contenzioso con lo Stato, arrivando poi alla revoca della concessione e all’affido della gestione delle tratte all’Anas. A scongiurare gli aumenti su A24 e A25, meno di un mese fa, è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che oltre a confermare che da gennaio non ci sarà alcun aumento delle tariffe ha anche detto di aver dato mandato all’Anas di valutare, attraverso un piano di fattibilità, la possibilità di una riduzione dei pedaggi.

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