Embargo al petrolio russo: il rischio di nuovi rialzi per i carburanti
Cosa può accadere se verrà approvata la proposta UE
Il Governo ha allungato, nei giorni scorsi, il taglio delle accise fino al prossimo 8 luglio per contrastare gli effetti della guerra in Ucraina. Tuttavia, un nuovo ‘rischio’ è in arrivo per gli automobilisti italiani ed è legato all’embargo al petrolio russo proposto dall’Unione Europea, tra le prossime sanzioni verso la Russia.
I prezzi già in rialzo
Dopo che si è diffusa questa notizia, il prezzo del greggio è salito del 4% sui mercati internazionali ed ha portato immediatamente qualche rialzo anche ai nostri distributori. Non ai livelli di qualche settimana fa, quando erano stati superati abbondantemente i 2 euro al litro per benzina e diesel, ma tornando sopra 1,8 €/l per entrambi i carburanti.
Il rischio è un trend di nuovo verso un rialzo costante, perché il petrolio russo è circa il 25% del fabbisogno europeo e sostituirlo non sarà semplice, seppur sia più facile rispetto al gas. Se arriverà l’approvazione finale, l’embargo si concretizzerà solo a fine anno, ma i mercati (come sempre) si muovono in anticipo.
Cosa può fermare i prezzi
Tuttavia, ci sono un paio di fattori che potrebbero portare ad uno stop ai rialzi o anche ad un ritorno al ribasso delle quotazioni del petrolio. Uno è legato all’Opec+, il cartello dei maggiori produttori di petrolio, che potrebbe decidere nei prossimi mesi di alzare il livello della produzione. Anche se pare difficile, almeno al momento, possa accadere.
Il secondo motivo è legato alla Cina ed al rischio di nuovi lockdown legati al Covid, come accaduto a Shanghai. Questi rallenterebbero l’economia di Pechino, maggior acquirente mondiale di prodotti petroliferi, ed un calo della domanda potrebbe portare al ribasso le quotazioni. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane.
Seguici qui