Pirelli P Zero e Porsche 718, un sodalizio ufficializzato dalla sigla “N spec”
La Casa tedesca fu la prima a voler una siglatura per le proprie vetture
Servizio fotografico: LINGEGNERE
Pirelli P Zero e Porsche718 – Le coperture di primo equipaggiamento, le “OE” (Original Equipment), sono siglate da tempo con quella lettera “N”, voluta da Porsche per rendere evidente ai propri clienti il fatto che, quella specifica gomma, era stata approvata dalla Casa madre. Nel tempo questa è diventata una tradizione, dove il numero che segue la lettera indica la sequenza temporale con cui le varie gommature vengono omologate. Quindi la “N0” è la prima, per poi arrivare alla “N1” e via discorrendo. Un tempo questo poteva sembrare quasi un vezzo, un modo per distinguersi e porsi sopra alla concorrenza, facendo vedere che anche quello che potrebbe essere in comune con le altre vetture, nel caso di Porsche è anch’esso prodotto specificatamente per la Casa tedesca. Negli anni recenti si è invece andato a consolidare un processo di sviluppo finale del prodotto, soprattutto se Premium e dalle alte prestazioni, che non può prescindere dall’azione congiunta con chi produca le “scarpe”.
Si tratta dell’unico punto di contatto con il suolo, quindi di un elemento fondamentale per definire caratteristiche e prestazioni di un’auto. Oggi quando si parla di prestazioni elevate, quasi certamente si finisce anche ad avere una o più gomme, appositamente sviluppate per quel modello di vettura. Così la siglatura voluta da Porsche è stata “copiata” da Audi (AO – acronimo di Audi Original), da BMW (riconoscibili da una stella), da Mercedes (MO, come per Audi), fino alle “MC”, recentemente create da Pirelli per le McLaren. Troviamo prodotti con siglatura specifica anche per Aston Martin, Bentley, Jaguar, Lamborghini, Lotus e Volkswagen. Oltre a queste, praticamente tutte le supercar calzano gomme dedicate, anche se Ferrari, ad esempio, non desidera che la cosa venga evidenziata da una specifica marcatura. Un settore, quello selle supersportive, dove Pirelli è leader e dove questo processo di fine tuning della vettura è diventato un elemento fondamentale dello sviluppo, al punto che in alcuni casi inizia addirittura anche anni prima della commercializzazione di quel modello.
Lo sviluppo dell’auto sempre più in simbiosi con quello delle sue gomme
Si parte da lontano, cercando di capire quali siano gli obiettivi che il costruttore dell’auto abbia in mente. Quali siano gli aspetti più importanti da assecondare, a cominciare dalla sportività, dal comfort, oppure dalla durata chilometrica, in caso di auto destinate a percorrenze elevate. Poi si scende nel dettaglio, per capire, ad esempio per la sportività, quali siano le specifiche caratteristiche ed aspetti che vadano privilegiati più di altri. A questo punto la tecnologia viene molto in aiuto, perché quello che in passato avrebbe richiesto un processo basato sulla sperimentazione empirica, oggi vede la modellazione “virtuale”, con studi e modelli di calcolo che consentono di fare le prime valutazioni e scelte, arrivando alla prototipazione con un lavoro di “scrematura” in gran parte già effettuato. Dalle prime prove e test al banco escono normalmente tre prodotti, che verranno utilizzati nei collaudi della vettura, dove dopo migliaia e migliaia di chilometri, percorsi su strada ed in pista, verrà effettuata la scelta finale, definendo la gomma con cui quel modello uscirà dai concessionari. Anche in questo caso la tecnologia è fondamentale, sia per le rilevazioni dei dati, utili ad indirizzare lo sviluppo finale, sia dell’auto che dello pneumatico, ma anche perché proprio dal settaggio dei controlli elettronici della vettura deriva gran parte del carattere e delle sensazioni che saprà trasmettere a chi la guiderà, scegliendo come gestire la complessa interazione tra l’auto e le sue gomme.
La “mezza rivoluzione 718” coinvolge, non potrebbe essere altrimenti, anche le sue gomme
Nella nostra prova su strada, completa di un lungo ed esaustivo video (qui trovate articolo e video), abbiamo evidenziato che, quello che avrebbe dovuto essere un restyling di mezza carriera, è finito per essere una rivoluzione del prodotto “entry level” della Casa di Zuffenhausen. Senza addentrarci troppo nella questione, è piuttosto evidente che il passaggio ai propulsori 4 cilindri sovralimentati, più potenti ed efficienti, ma certamente meno affascinanti, almeno per i puristi, rispetto ai “vecchi” 6 cilindri aspirati, sia stato addolcito da importanti migliorie tecniche. Le differenze sono tali da garantire, secondo il costruttore tedesco, una riduzione di addirittura 16 secondi sul tempo sul giro al Nurburgring. Quando si parla di tempi sul giro, è ovvio che in parte i meriti vadano alle nuove Pirelli P Zero, sviluppate, non potrebbe che essere altrimenti, per assecondare al meglio le caratteristiche della vettura. Per far rendere al meglio le doti telaistiche, di sospensioni ed elettronica, serve “The Perfect Fit”, quello che in Pirelli definiscono appunto come “un equilibrio ottimale tra motore, telaio ed elettronica, esaltato dalle performance di uno pneumatico su misura“. Mai esempio come la nuova 718 sarebbe più calzante, perché le migliorie sono tante e “diffuse”, dalle sospensioni più rigide alle barre antirollio riviste, dallo sterzo più diretto ad una elettronica più efficace, passando per cerchi allargati al posteriore e freni più potenti. Tutto questo è stato assecondato con una gommatura che può arrivare ai 20” che vedete in queste foto, ovviamente con tecnologie e mescole studiate per ottimizzare il risultato finale. La nuova 718 è un’auto fantastica da guidare, che fa salire la “piccola” di Casa Porsche nell’olimpo delle prestazioni da supercar, con la Boxster S da noi provata in grado di migliorarsi di ben 0,6 secondi sullo 0-100, che scende a 4,2 secondi. Da solo, questo dato potrebbe farvi capire le sollecitazioni a cui gli pneumatici siano sottoposti, ma il display della vettura propone anche un riassunto delle accelerazioni laterali e longitudinali massime raggiunte, mettendoci di fronte a dati ancora più eclatanti. Abbiamo letto valori di oltre 1,2 g! Ciò che sorprende è che l’accoppiata auto/pneumatici è talmente efficace che il tutto si ottiene senza essere dei piloti professionisti, oltre che guidando su asfalto non perfetto. Un lavoro ed una tecnologia che rendono evidente quanto sia stato fatto per arrivare a questo.
Una scelta importante da mantenere nel tempo
La marcatura è importante per consentire al cliente di sapere che la sua auto calza una gomma approvata e sviluppata appositamente per la sua Porsche 718 Boxster (nel nostro caso, ma il ragionamento vale per qualsiasi modello e marca). Ovviamente è importante che, all’atto della sostituzione degli pneumatici, ne vengano scelti altri con la sigla specifica, siano anche di un’altra marca. La cosa fondamentale è che non si opti invece, magari inconsapevolmente, per il medesimo modello di gomma, privo però della marcatura. Questo significherebbe scegliere per un ottimo prodotto, ma non sviluppato appositamente per la propria vettura. La scelta non si paga normalmente con un aggravio di prezzo, perché chi produce pneumatici dalle specifiche dedicate ad una marca o modello di auto, li mette in commercio con un costo di listino identico. Al massimo si potrebbe “strappare” uno sconto inferiore, dato che vengono solitamente esclusi dalle promozioni, oppure attendere qualche giorno in più per averli, perché non sempre presenti in tutti i magazzini. Piccoli scotti da pagare per usufruire però di un prodotto che può differire anche di molto, ad esempio per la carcassa, oltre che per la mescola o altre caratteristiche. Le prestazioni e la sicurezza offerti sono certamente più elevati, anche per via di una miglior interazione con l’elettronica della vettura, tarata proprio per quello specifico pneumatico. L’unico vero problema, che però è spostato in avanti nel tempo, è dato dalla disponibilità a lungo termine. Questo perché, se è vero che le gomme migliori di oggi, potrebbero diventare obsolete con l’arrivo di nuovi prodotti e tecnologie, è ovvio che prima o poi andranno fuori produzione, costringendo a spostare la propria scelta di conseguenza. Non sempre questo porta a trovare una gomma più performante o migliore, soprattutto in caso di una vettura con una misura particolare. Pirelli (come i suoi più prestigiosi concorrenti) è attenta anche a questo, quindi questa evenienza è piuttosto rara.
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