Rolls Royce Ghost II: un connubio perfetto tra classico e moderno [PROVA SU STRADA]

Fascino ed eleganza "british" con tecnologia e tecnica tedesca: un capolavoro unico

Non c'è nulla di più esclusivo. Non c'è nulla di più raffinato. Ma rispetto al passato, oltre all'apparenza, c'è anche la sostanza, fatta di una meccanica con i fiocchi e di tantissima tecnologia. Un sogno per pochissimi eletti..

Servizio fotografico: LINGEGNERE. Si ringrazia il Golf Club Ambrosiano per averci concesso i suoi spazi per immortalare la vettura

Sebbene i rapporti, storicamente, non sono mai stati “idilliaci”, per una volta gli inglesi devono essere grati ad i tedeschi. Verso la fine degli anni novanta, proprio quest’ultimi, e nello specifico BMW, si è resa protagonista del salvataggio prima, e del rilancio poi, di due dei marchi tra i più british in assoluto: Mini e Rolls Royce. Entrambe le case, in quel periodo, navigavano in cattive acque, con prodotti ormai datati e non al passo con i tempi. Oggi, è davanti agli occhi di tutti quanto i due marchi siano in salute. Con una gamma totalmente rinnovata, la casa dello Spirit of Ecstasy non ha mai venduto tante vetture come in questi anni. Merito di un mix perfetto tra il fascino, l’esclusività e l’eleganza tipicamente british, che si sposano alla perfezione con la tecnologia e la meccanica tedesca. Le nuove Rolls, così, sono diventate più che mai uno status symbol dei milionari moderni: dalle famiglie con il sangue blu alla rockstar più tatuata, non c’è nessuno che non voglia possedere una Rolls. Il boom nel mercato asiatico e negli emirati arabi completa il quadro. Facendo una passeggiata per Dubai si vedono Rolls con la stessa frequenza con cui si vede una Serie 4 per le strade di Milano. Ma cosa si prova a mettersi dietro al volante di una vettura come la Ghost? Cercheremo di raccontarvelo con la nostra prova. Diversamente dal solito, però, accomodarsi sui sedili posteriori, per una volta, potrebbe risultare addirittura più piacevole rispetto ad impugnare il volante. Non che la Ghost si guidi male, ben inteso. Anzi, su strada riserva addirittura delle sorprese…

Design e Interni: [xrr rating=5/5]

Un perfetto connubio tra classico e moderno. Ha dimensioni notevoli, ma non per questo appare “pesante” o sgraziata…e non passa di certo inosservata

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La Rolls Royce Ghost nasce per essere la “piccolina” di casa. Effettivamente, rispetto ai sei metri della sorella maggiore Phantom, i 540 cm della Ghost la fanno sembrare quasi normale, ma in realtà anche cinque metri e quaranta sono tutt’altro che pochi. Ma non crediamo che chi può permettersi una vettura del genere abbia difficoltà a trovare un garage adeguato dove custodirla al sicuro. Dunque, pur se “piccolina”, anche la Ghost, per gli standard europei, rimane una vettura enorme, ma non per questo priva di un appeal notevolissimo da punto di vista estetico. Anzi, proprio le dimensioni extra-large contribuiscono a regalarle una presenza in strada esagerata: impossibile non notarla. Nonostante le dimensioni, però, la Ghost è tutt’altro che pacchiana o sgraziata. La linea è un bellissimo mix di forme moderne e retrò, che si fondono tra richiami al passato e dettagli più moderni, con l’intramontabile griglia anteriore cromata, che convive con i modernissimi fari a led. La fiancata, come in tutte le Rolls, rispetta la tipica proporzione 2:1 tra altezza delle ruote ed altezza della vettura, ed il corpo vettura appare così piacevolmente filante, riuscendo, alla fine, ad apparire snello nonostante la mole. Ci sono poi le chicche come la “R” sul coprimozzo, che grazie ad un sistema brevettato rimane ferma anche quando la ruota gira, e lo Spirit of Ecstasy che appare magicamente sul cofano motore non appena si apre la vettura: un bel deterrente per tutti quei disgraziati che erano soliti rubare il prezioso cimelio. Le porte posteriori, manco a dirlo, si aprono controvento: uno splendido richiamo al passato, che però si rivela anche molto pratico, consentendo ai fortunatissimi passeggeri un’accessibilità senza eguali.

Mai visto così tanto lusso: un salotto tutto da scoprire, infarcito al massimo di tecnologia
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Salire a bordo della Ghost è come andare alla scoperta di un mondo nuovo. Sono talmente tanti i gadget e gli accessori che prima di partire – e di guidarla – ci vuole un’oretta abbondante per scoprire tutte le “chicche” di cui è dotata. Non che il tutto sia contro intuitivo o di difficile utilizzo, ma c’è davvero un “mondo” di accessori che fanno quasi sentire come al paese dei balocchi (per ricchi molto facoltosi…). Le aspettative sul lusso che crea un marchio leggendario come Rolls vengono pienamente rispettate. Ogni dettaglio, ogni minimo particolare, rasenta una cura maniacale. Persino la moquette del bagagliaio, doppia e morbida manco fosse un tappeto persiano, è di un livello esageratamente superiore rispetto a qualsiasi altra vettura. Il lusso della Ghost, però, è tutt’altro che pacchiano o ostentato. Senza scadere troppo nel “barocco”, infatti, riesce a conciliare, anche all’interno, tradizione e modernità in maniera unica. I materiali utilizzati sono ineguagliabili: dal legno naturale della plancia, alla splendida pelle dei sedili, che richiede ben 2 settimane di lavoro, tutto trasuda una cura artigianale che appaga vista e tatto come non mai. Il cielo della vettura è realizzato addirittura in cachemire, mentre i tappetini in morbidissima lana: insomma, per quanto sono belli, ci sarebbe da cambiarsi o quantomeno pulirsi le scarpe prima di entrare in auto. La plancia in legno, con le bocchette del clima circolari, é un bellissimo richiamo alla tradizione, che si fonde con la tecnologia del sistema d’infotainment che si cela al centro della console. Tutti i comandi sono raffinati, a tratti dei capolavori di design e di cura realizzativa, ma rimangono ugualmente semplici ed intuitivi da utilizzare.

Ad esempio, il sistema con sui si regola la portata d’aria delle bocchette, con l’astina che richiama le vetture del passato, merita da solo un quarto d’ora d’applausi agli ingegneri che l’hanno realizzato. Anche i tasti dell’autoradio, richiamo retrò, hanno in realtà un modernissimo funzionamento a sfioramento. Il sistema d’infotainment è di chiara derivazione BMW, ma non dispiace, dato che trattasi, probabilmente, del migliore sulla piazza. Lo si comanda dal grosso cursore sul tunnel centrale, realizzato niente di meno che in cristallo. Sulla superfice, peraltro, è possibile scrivere con le dita le lettere da immettere nel sistema di navigazione. Per una volta, però, i sedili posteriori meritano tanta attenzione quanto il posto guida. Vi si accede tramite le porte che si aprono controvento, e che si chiudono comodamente premendo un tastino. Più che sedili, però, forse sarebbe il caso di parlare di vere e proprie poltrone da salotto buono. Lo spazio, e non potrebbe essere altrimenti, è assolutamente abbondante, e così si è liberi di guardare la tv (dvd e digitale terrestre) sui grandi schermi posizionati nello schienale del sedile anteriore, mentre magari si sorseggia un calice di prosecco. Sul bracciolo centrale, poi, sono replicati tutti i comandi dello stesso sistema di infotaiment e della climatizzazione: chi decide, spesso e volentieri, non può che essere chi siede dietro che così può avere il pieno controllo senza dover chiedere allo chaffeur di turno.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4.5/5]

A dispetto delle dimensioni è sorprendentemente agile. Livelli di comfort “regali”
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Abbiamo appena finito di parlare dei sedili posteriori, ma, con il rischio di sembrare contraddittori, torniamo a concentrarci sul posto di guida. Questo perché, al contrario di ogni aspettativa, la Ghost è un’auto tutta da guidare. Le dimensioni, l’impostazione, farebbero lecitamente immaginare l’agilità di un autobus ed un coinvolgimento alla guida pari a quello che offre l’oblò della lavatrice durante la centrifuga. Ma nulla di più sbagliato. Sulle prime si resta decisamente sorpresi. La Ghost è infatti agile, per nulla impacciata. Si muove in totale souplesse, dando la sensazione di essere leggera, e neanche prendendo le curve “allegramente” sembra andare in difficoltà. Il punto di forza, ovviamente, non può che essere il comfort: le sospensioni a controllo automatico, oltre ad assorbire le sconnessioni in maniera ineccepibile, si preoccupano anche di frenare il rollio della scocca, regalando così la sensazione di essere su un “tappeto magico”, che non risente di tutto quello che passa sotto le ruote. L’ambiente è anche silenziosissimo, ovattato: il possente motore si sente appena. Giusto il tanto che basta, non appena si preme l’acceleratore, per ricordare che comunque, sotto al cofano, ci sono una valanga di cavalli. Cavalli che, sia ben chiaro, non servono comunque ad una guida sportiva. La Ghost non è pensata per questo, ma il bello della guida, alle volte, può anche essere viaggiare con un filo di gas, sapendo di avere una riserva di potenza esagerata, ed una vagonata di Nm sempre disponibile. O magari, ritrovarsi in autostrada, a 200km/h, in totale scioltezza e con la percezione di andare a 100km/h, dato il livello di comfort sbalorditivo. Parte di merito dell’eccellente comfort e dell’incredibile fluidità di marcia è sicuramente da attribuire al cambio Zf ad 8 rapporti, che in questa applicazione risulta come non mai morbido e delicato, premuroso nell’evitare di trasmettere anche il minimo strattone ai nobili passeggeri. Per di più lo Zf, sfruttando il GPS, riesce a regolare il proprio funzionamento e le cambiate in funzione della strada che si sta percorrendo: può sembrare incredibile, ma, giusto per fare un esempio, se il cambio rivela con il gps che si è in prossimità di una curva, grazie a questo sistema eviterà di passare al rapporto superiore. Una tecnologia avanzatissima, che si ritrova anche in altri dispositivi come l’head-up display, o il night vision, che consente di “vedere”, prima che possa farlo l’occhio umano, pedoni, animali o altri ostacoli che potrebbero occupare la carreggiata. Dove la Ghost sconta le sue dimensioni è in città: oltre alle dimensioni, anche la percezione degli ingombri non è il massimo. Il muso sembra essere sconfinato, mentre in coda, per via della forma discendente, si vede ben poco. Per fortuna c’è (ovviamente) la telecamera posteriore che facilita il lavoro.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=5/5]

Un motore esagerato: V12 biturbo da 6.6, per prestazioni da supercar
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Ben 570 cv, ed appena 4.9 secondi per raggiungere i 100 km/h. La nuova Bmw M3? No, può sembrare incredibile, ma stiamo parlando proprio della Rolls Royce Ghost. Questa seconda generazione del capolavoro di Goodwood, sotto al cofano, monta un poderoso 12 cilindri a V da 6.6 litri con doppia sovralimentazione. Come avrete ben avuto modo di intuire, quindi, le prestazioni sono da praticamente da supercar. Ma il valore che impressiona ancora di più è la coppia: addirittura 780nm, che per l’80% sono disponibili già dal minimo. Questo, tradotto in sensazioni, vuol dire un’elasticità esagerata, indispensabile per la “souplesse” di guida di cui parlavamo poc’anzi. Così, con questo cuore “esagerato”, anche le due tonnellate e mezzo di peso vengono presto dimenticate. Una brillantezza sorprendete quindi, che si accompagna anche ad un sound che non dispiace affatto. Non fraintendeteci (sapete bene della nostra passione per il “rumore” dei motori): la Ghost è comunque una vettura silenziosissima, ma ciò non toglie che il V12 regala delle note estremamente piacevoli per l’udito. Durante quest’articolo abbiamo parlato spesso di souplesse: non è un caso se nella strumentazione della vettura, al posto del tradizionale contagiri, si trova un indicatore della riserva di potenza.

Consumi e costi: interessano davvero?
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A questo punto, nelle nostre prove su strada tradizionali, ci sarebbe la voce consumi e costi con le tradizionali stelline. Mai come in questo caso, però, sarebbe stata irrilevante, e per questo abbiamo scelto di tralasciarla. La Ghost, giusto per curiosità, ha un listino che parte da 275.000€. Un mutuo ventennale potrebbe quindi non bastare. Ma lo stesso prezzo di partenza, in realtà, altro non è che una base dalla quale ci si può spostare verso “l’infinito”. Infinito come le possibilità di personalizzazione della vettura: ogni Rolls, difatti, è assolutamente tailor made, e non c’è desiderio del cliente che non possa essere soddisfatto. Se non vi piace il bi-colore della vettura in prova (secondo noi stupendo), potreste anche optare per una delle altre 44.000 tonalità disponibili, o, alternativamente, chiedere un colore su richiesta (ammesso e non concesso che riusciate a trovarne uno che non sia tra i 44.000 disponibili). Consumi? Anche i questo caso, se vi ponete la domanda, allora vuol dire che non potete permettervi la vettura… In ogni caso, anche un costruttore come Rolls non può fare a meno di andare alla ricerca della riduzione delle emissioni nocive e delle richieste di carburante, che infatti non appaiono per nulla esagerate per la tipologia di vettura. A velocità di codice, ad esempio, il trip computer segnava quasi 8 km/lt: mica male per un 6.6. V12 che porta a spasso due tonnellate e mezzo abbondanti.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Lusso, esclusività, fascino inarrivabili. Dotazione tecnologica al top, come anche la meccanicaPercezione degli ingombri difficoltosa.

Rolls Royce Ghost II: la Pagella di Motorionline

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