Salone di Detroit 2018, Marchionne: “In cravatta quando estinguerò tutto il debito”

L’A.D. del Gruppo FCA su occupazione, marchi e futuro

Gruppo FCA - Presente al Salone di Detroit, Sergio Marchionne ha parlato di occupazione in Italia, futuro dei marchi del gruppo e anche di Formula 1. Oltre ad una sua piccola “promessa” di moda
Salone di Detroit 2018, Marchionne: “In cravatta quando estinguerò tutto il debito”

Sergio Marchionne era naturalmente presente al NAIAS, il Salone di Detroit, ma i riflettori come sempre sono stati sull’Italia. In particolare dopo l’annuncio dei nuovi investimenti di Jeep sul suolo degli Stati Uniti. Imbeccato su vari argomenti, ecco come si è espresso l’A.D. del Gruppo FCA, promettendo un futuro forse cauto, ma interessante.

Che novità ci sono per quanto riguarda l’obiettivo di azzerare cassa integrazione?
Il piano deve per necessità affrontare il processo di ristrutturazione della rete italiana. Prima occorre sistemare questo. Finire questo ciclo di sviluppo di Maserati e Alfa. L’Alfa è ancora un lavoro incompiuto nonostante il successo. Rimane ancora un grandissimo impegno che ha bisogno di continuare e di altri prodotti. Questo aspetto del piano andrà a chiarire tutta la situazione italiana.

State pensando ad uno spin-off di Jeep?
Il marchio è abbastanza forte da avere un futuro piuttosto chiaro. Col CHerokee abbiamo avuto un successo quasi inaspettato. Non abbiamo fatto mai questi risultati con Jeep.

La Ferrari se la compra davvero?
Chi l’ha lanciata questa storia? Sono tutte menate, termine tecnico (ride). Va bene che siamo ottimisti, ma…

Il futuro di Fiat e del brand 500?
Noi abbiamo avuto il brand 500 a parte sin dal 2007 in realtà. Lo sforzo che abbiamo fatto per sviluppare X e L è emblematico. È la ragione per la quale abbiamo iniziato a fare due lire in Europa. Senza il successo della 500 era dura.

Una Stelvio più grande e una Levante più piccola?
Sì, ci stiamo lavorando e avranno la priorità sulle berline tradizionali. In America due terzi delle auto vendute sono o pickup o SUV. Quindi… La Giulia è una bellissima macchina, ma in America non prende. Anche BMW ha difficoltà a vendere le sue berline. Bisogna stare molto attenti. Meno male che qualche anno fa abbiamo smesso di produrre la 200 e la Dart. Meno male!

Dopo la riforma di Trump, in Italia come vede la situazione ora che siamo vicini alle elezioni?
L’Italia è uno dei paesi più indebitati del mondo. L’America ha una risposta allo stimolo fiscale quasi immediato e l’abbiamo appena visto. Dobbiamo avere un sistema simile, ma non sono sicuro che possa esistere in Italia. Starei molto attento a promettere riforme fiscali senza tener conto di questi aspetti. Facciamoci i conti in tasca molto bene prima di annunciare qualsiasi cosa.

Qual è la sua opinione sull’occupazione in Italia?
L’ho già detto. Dobbiamo chiudere prima lo sviluppo e levare qualsiasi dubbio sul nostro impegno nel mercato del lavoro italiano, sfruttando al massimo gli stabilimenti che abbiamo. Speriamo ora di chiudere questo capitolo sulla paura dell’abbandono di Fiat dell’Italia. Poi dipende dal mercato.

È preoccupato dalle elezioni a marzo?
In generale ormai non mi preoccupo più di niente. L’importante è avere certezze su chi governa.

Guida autonoma, car sharing ed elettrificazione. Cosa ne pensa?
Queste cose sono importanti. Il car sharing invece è un discorso molto complicato. Il grande rischio di questa industria è che rischiamo di avere in mano un numero enorme di vetture indistinguibili l’una dall’altra. Stiamo andando in questa direzione, ma dobbiamo anche avere un’idea chiara del modello economico da applicare. Sparare cose da fantascienza, lo dico soprattutto da industriale, non è giusto. Arriveranno, è inevitabile, ma non con le tempistiche che sento in giro. Bisogna anche pensare al quotidiano e ai libri paga dei dipendenti alla fine del mese.

Non c’è una sorta di mania dell’effetto “annuncio” ultimamente?
Infatti noi abbiamo evitato di fare annunci. Stiamo parlando continuamente di queste cose senza avere un’idea chiara. Capisco e condivido che si debba sperimentare, ma far credere che questa tecnologia sia già disponibile è sbagliato.

Avete fatto un piano per portare l’Argo in Europa?
Ne parliamo quando presentiamo il piano.

State lavorando anche sulla sicurezza dei dati? Da soli o con partner?
Sì, ci stiamo lavorando. Sempre con partner, c’è un limite su quello che possiamo fare da soli.

Magneti Marelli cosa fa?
L’idea è quella di dargli un’esistenza separata. Aspettiamo che a febbraio ne parli il consiglio.

Per la sua successione ha parlato di una lista. C’è per caso una donna in questa lista?
No. L’avrei fatto volentieri, ma non c’è. Credo però che nella prossima generazione dopo il mio successore.

Come vede lo scenario automotive senza personaggi come lei, Ghosn e Zetsche?
Le aziende andranno avanti. È un ricambio generazionale dovuto.

Lo vinciamo il mondiale?
Ho trovato i ragazzi quasi troppo tranquilli. O abbiamo fatto una grande cosa o una grande ciofeca. Staremo a vedere alla presentazione della macchina. Su Alfa so molto meno, ma è un work in progress, ci vuole tempo.

Maserati e Haas?
È un progetto. Non quest’anno.

La vedremo mai con la cravatta?
Se mi vedrete con la cravatta, significherà che avrò estinto tutto il debito.

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