Seat Arona è la prima auto a incorporare componenti creati a partire dal riso
Per ogni Seat Arona prodotta vengono utilizzati 60 grammi di lolla di riso
Seat Arona sarà la prima auto ad utilizzare due componenti creati a partire da Oryzite, un
materiale di origine rinnovabile e naturale derivante dal riso. Nel 2020, durante gli Innovation Days organizzati dalla casa spagnola è stato avviato un progetto pilota che oggi arriva al suo apice dopo tre anni di ricerca e sviluppo, portati avanti in collaborazione con Oryzite e SIGIT.
Per ogni Seat Arona prodotta vengono utilizzati 60 grammi di lolla di riso
Il risultato di questo lavoro si concretizza nell’integrazione del nuovo materiale sulla Seat Arona. La novità riguarda l’uso di 5 tonnellate di scarti di riso, riutilizzati per la produzione di componenti del veicolo. Ad esempio, il supporto del doppio fondo dell’Arona, inizialmente realizzato al 100% con polipropilene e fibra di vetro, ora contiene il 15% di Oryzite, una bio-alternativa alla plastica. Ogni SEAT Arona prodotta a partire da oggi impiegherà 60 grammi di lolla di riso (pari a circa 5 tonnellate all’anno) provenienti dalle risaie del Delta dell’Ebro, un’area naturale protetta in Spagna. Un passo importante verso un futuro più sostenibile per il brand.
Gerard Suriol, responsabile dello Sviluppo Interni al Centro Tecnico di SEAT S.A., ha dichiarato: “A partire da oggi, ogni SEAT Arona prodotta utilizzerà 60 grammi di lolla di riso (circa 5 tonnellate all’anno) provenienti dalle risaie del Delta dell’Ebro, una riserva della biosfera situata sulla costa orientale della Spagna.” Suriol ha continuato: “Siamo riusciti a integrare con successo questo materiale rinnovabile, promuovendo l’economia circolare e riducendo l’uso di prodotti derivati dal petrolio.”
L’utilizzo del 15% di Oryzite non solo favorisce la sostenibilità, ma comporta anche vantaggi pratici, come una riduzione del peso del componente del 5,8% e dei costi di produzione fino al 2%. Oryzite si distingue non solo per la sua rinnovabilità, ma anche per il suo ruolo come serbatoio di carbonio, contribuendo alla diminuzione delle emissioni e creando un legame innovativo tra il settore primario e quello industriale.
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