Stellantis, lo Stato italiano potrebbe diventarne azionista

L'idea lanciata dal vice ministro dell'Economia Misiani

Lo Stato italiano potrebbe entrare nell’azionariato di Stellantis, il neonato gruppo automobilistico frutto della fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Groupe PSA.

Ad aprire all’ipotesi di un possibile acquisto da parte dello Stato italiano di una quota azionaria di Stellantis è il vice ministro dell’Economia, Antonio Misiani, in occasione di un’intervista a Repubblica, precisando ad ogni modo che un operazione del genere verrebbe condotta in modo consensuale tra le parti. 

Sulla falsariga della partecipazione dello Stato francese

Appena qualche giorno fa, i due costruttori, FCA e PSA, attraverso le rispettive assemblee degli azionisti, hanno approvato la fusione da 52 miliardi di dollari tra le due società che si uniranno per dar vita al nuovo colosso automobilistico. Sull’idea di un eventuale presenza dello Stato italiano nel capitale di Stellantis, Misiani, ricordando quella del governo francese che è uno dei maggiori azionisti di PSA, ed avrà una quota del 6,2% nel nuovo gruppo automobilistico, ha affermato che “non può e non deve essere un tabù”.

Controllo importante per occupazione e industria nel nostro Paese

Mentre FCA e PSA prevendono di ultimare la loro fusione il 16 gennaio, dalle due Case automobilistiche non è arrivato alcun commento alle dichiarazioni del vice ministro. Misiani, precisando “che ad oggi non ci sono” le condizioni per questo eventuale coinvolgimento dello Stato in Stellantis, è intervenuto per ribadire quanto sia di interesse nazionale (per l’occupazione e per l’industria italiana) avere un “controllo” sul neonato gruppo ora che il suo centro direzionale si sposterà ancora più lontano dall’Italia (sede legale in Olanda e centri operativi a Torino, Parigi e Detroit). 

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