Stop motori benzina e diesel dal 2035: un patto tra le Regioni italiane per rivedere la misura

Le elezioni europee del 2024 che rinnoveranno il Parlamento Ue potrebbero rimescolare le carte

Stop motori benzina e diesel dal 2035: un patto tra le Regioni italiane per rivedere la misura

Lo stop ai motori benzina e diesel dal 2035 continua a far discutere, e continuerà a farlo per molto tempo ancora, sia il settore dell’automotive che il mondo della politica.

Mentre il governo italiano promette l’impegno per cercare di rivedere la decisione approvata dal Parlamento Europeo, la Regione Piemonte delinea una strategia ben precisa per provare quantomeno a spostare più in avanti rispetto al 2035 il termine che mette al bando i motori endotermici in Europa. Strategia che passa dalle prossime elezioni europee, previste per il 2024, quando una nuova maggioranza nel 2026 potrebbe rivedere l’attuale road map.

Scadenza al 2035 che rischia di mettere in crisi tutti

A delineare il possibile cambiamento di scenario a Bruxelles è Andrea Tronzano, assessore regionale del Piemonte, che a Torino Today spiega: “Il 2035 è una scadenza che è stata fissata dal Parlamento Europeo, ma è previsto un check nel 2026. Non ci aspettiamo cambiamenti epocali su quello che è stato stabilito ma dobbiamo lavorare perché questo 2035 è oggettivamente per il sud dell’Europa una scadenza troppo ravvicinata rispetto alla filiera che abbiamo. Rischia di mettere in crisi tutti”.

Su rischi e pericoli Tronzano converge con i timori di molti, affermando che si rischia di distruggere l’industria italiana ed europea: “Noi abbiamo la componentistica che fa motori termici da un centinaio di anni perché l’automotive nasce in Europa e cancellare il motore termico significa distruggere decenni di ricerca e miliardi di investimenti. Che non sono bilanciati dalle altre nazioni: USA farà solo il 50% di motore elettrico, il Sud America continuerà a produrre il motore termico, la Cina è fuori da ogni tipo di cornice. Il rischio è di farci male da soli”.

Uno studio condiviso fra regioni a legittimare la posizione del governo italiano in Ue

L’assessore anticipa poi le mosse che metterà in campo la Regione Piemonte pronta a fare da guida alle altre regioni italiane interessate direttamente dalla questione: “Abbiamo realizzato attraverso Ires uno studio che metteremo a disposizione delle altre undici regioni che hanno l’automotive come economia principale. Dovremo fare un incontro prossimamente. Il documento finale delle regioni andrà al ministro Urso che, forte dell’appoggio delle regioni, dovrà andare in Europa a discutere”.

Sull’appoggio del governo, Tronzano afferma: “Il ministro ci ha detto con chiarezza che il nostro obiettivo è la neutralità tecnologica, ovvero che la tecnologia deve essere la più varia. Anche i biocarburanti che non sono clima alteranti devono poter essere utilizzati. Questo l’obiettivo che ci poniamo per il 2026 e il ministro è d’accordo”. L’assessore vede dunque ancora un margine di trattiva con l’Europa, precisando: “Il margine c’è perché è politica. Le elezioni elezioni europee potrebbero essere anche un momento di ridefinizione di questo. Nel 2024 si vota e il 2026 è un check politico che si potrebbe fare”.

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