Suzuki: Swift Sport protagonista allo stand di Francoforte [INTERVISTA]
Le caratteristiche spiegate da Mirko Dall'Agnola
La terza generazione di Suzuki Swift Sport, che segue la rinnovata compatta della casa di Hamamatsu, è introdotta alla nuova edizione del Salone di Francoforte.
Mirko Dall’Agnola, Direttore Commerciale di Suzuki Italia, segnala subito: “Il 23 e 24 settembre avremo il porte aperte per il lancio della nuova Swift”, mentre per la nuova versione Sport “sarà introdotta in Europa, anche in Italia, a partire dalla primavera del 2018, ed è una vettura totalmente nuova.” Tra gli aspetti in evidenza: “La piattaforma è stata alleggerita. Oggi Swift Sport pesa solo 970 chili e sono circa 80 kg in meno, rispetto alla precedente.” La lunghezza risulta maggiore di cinque centimetri a confronto con il modello “standard”, raggiungendo quota tre metri e 89 cm, “dovuti soprattutto al nuovo design del frontale” precisa Mirko Dall’Agnola.
“Il frontale della Sport, rispetto alla Swift, si arricchisce di alcuni contenuti. C’è un nuovo disegno del paraurti, un nuovo disegno della griglia frontale a nodo d’ape e ci sono anche degli inserti in carbon look” che amplificano la visione, localizzati sulla parte bassa della zona anteriore, da associare poi alle minigonne e al lato posteriore dove sono presenti due terminali abbracciati da un estrattore, anche questo in carbon look che definisce, assieme ad ampi cerchi da 17 pollici e a un distintivo colore giallo con pneumatici di dimensione 195, questa caratterizzazione.
Anche nell’abitacolo si notano degli interventi per allineare gli interni alla veste sportiva, con un quadrante ridefinito e dettagli in tinta rossa, come le stesse cuciture visibili sulle sedute. Poi il Direttore Commerciale di Suzuki Italia si sofferma sul motore: “È una novità per Swift. È un 1.400 Turbo Boosterjet dalla potenza di 140 cavalli e una coppia di 230 Nm.” Fattori da unire al peso contenuto dell’auto già accennato. Non mancano poi anche dei sistemi focalizzati sulla sicurezza, in particolare il cosiddetto “occhio di lince”, un dispositivo che associa una telecamera e un radar, tutti e due funzionali per l’attività di specifiche soluzioni tecnologiche.
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