Tesla, 20 vetture “bucate” da un giovane hacker
Vulnerabilità che permetterebbe di controllare diverse funzioni da remoto
Il sistema software di una ventina di Tesla in dieci diversi Paesi sarebbe stato “bucato” dall’opera di un giovane hacker, il 19enne David Colombo.
Fondatore in Germania di una startup che di cybersicurezza, Colombo ha affermato di aver violato i sistemi delle vetture elettriche della Casa californiana potendone controllare a distanza l’accensione e l’attivazione di diverse funzioni, senza però riuscire a intervenire su volante e acceleratore che gli consentirebbero di prendere il completo comando delle Tesla.
Azioni attivabili a distanza
L’operazione di hackeraggio, che Colombo ha annunciato su Twitter, portata a termine grazie a un baco del software di Tesla permetterebbe al giovane hacker di mettere in atto azioni potenzialmente pericolose, anche per gli utenti della strada. A distanza Colombo afferma di poter sbloccare portiere e finestrini, avviare l’auto senza averne le chiavi, disattivare i sistemi di sicurezza e, se il conducente è a bordo della vettura, accendere l’impianto audio e attivare i lampeggianti.
Baco nel setup di configurazione dell’auto
In realtà la vulnerabilità scovata dall’hacker non risiederebbe nel software di Tesla, ma nelle modalità nelle quali i proprietari settano la configurazione personale dell’auto. Per il momento la Casa di Elon Musk non ha pubblicamente replicato ai tweet di Colombo, ma il giovane hacker ha fatto sapere di aver contattato il team security di Tesla, che gli ha risposto che si sarebbe attivato per approfondire la questione, dichiarandosi inoltre disponibile a fornire a Colombo le informazioni sugli sviluppi.
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