Tesla, l’hacker che aveva “bucato” 20 auto avvisa i proprietari via mail

Sfruttato un altro bug per recuperare gli indirizzi

Tesla, l’hacker che aveva “bucato” 20 auto avvisa i proprietari via mail

Un paio di settimane fa era emersa la vicenda del giovane hacker tedesco, il 19enne David Colombo, che aveva “bucato” il software di una ventina di Tesla. Ora ci sono ulteriori sviluppo. Colombo era riuscito a introdursi nel software di alcune vetture elettriche di Musk riuscendo a prendere il controllo da remoto di alcune funzionalità, come l’accessione delle luci e dell’impianto audio.

Recuperate le mail dei proprietari grazie ad un altro bug

In seguito allo scalpore suscitato in Rete alla notizia della sua intrusione, il giovane hacker, allarmato per i potenziali pericoli legati ai bug da lui scoperti, ha deciso di avvisare direttamente i proprietari delle Tesla in questione mettendoli così al corrente dei rischi che stavano correndo. Anche la modalità di come Colombo sia riuscito a risalire ai proprietari ha fatto emergere un’altra falla del software di Tesla: l’hacker, su suggerimento di un utente di Twitter, ha sfruttato un punto debole delle Api (Application programming interface) riuscendo a recuperare le mail dei proprietari delle auto.

Riconoscimento da Tesla?

Già subito dopo aver scoperto le falle nel software delle vetture Colombo aveva raccontato di aver contattato gli ingegneri della Tesla per metterli al corrente delle criticità, che lo avevano rassicurato sulle risoluzione del problema. La stessa cosa è avvenuta anche questa volta dopo la scoperta del nuovo bug. Il giovane hacker, come ha dichiarato in un intervista televisiva, si aspetta di ricevere un premio importante dalla Casa californiana, che è solita remunerare gli informatici che segnalano falle delle auto di Musk.

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