Citroën C4 Cactus, primo contatto

Avete mai guidato una concept car?

Citroën C4 Cactus - Il nuovo crossover della Double Chevron è una vera e propria scommessa. Un design da prototipo riproposto sul mercato con una gamma di motorizzazioni e dotazioni di buon livello. Potrà conquistare il pubblico?

Avete mai provato a guidare una vera concept car? Una di quelle vetture che finiamo per vedere solamente ai saloni dell’auto? Ora è possibile. Sì, perché la Citroën C4 Cactus, che arriverà nei concessionari a partire da settembre, è un vero e proprio prototipo. Nel senso che rispetto a quello che abbiamo visto al Salone di Francoforte dello scorso anno, quasi nulla è cambiato. Le modifiche si sono ridotte al minimo indispensabile, consegnando al mercato un modello senza dubbio unico nel suo genere. Si propone come crossover compatto, ma le sue forme e le sue caratteristiche rappresentano senza alcun dubbio una scommessa. Il pubblico sarà in grado di apprezzare questa vettura? E soprattutto, questa vettura sarà all’altezza delle aspettative del pubblico? Abbiamo provato a scoprirlo in anteprima.

Eccoci allora sulle strade dell’Olanda, purtroppo funestate da un clima decisamente poco favorevole (come potete vedere dalle nostre foto e dal servizio video LIVE). Del resto, però, quale migliore occasione per testare il reale comfort di una vettura? Andiamo, però, con ordine e parliamo prima di tutto del design e della filosofia che si trovano dietro alla C4 Cactus. L’idea della casa della Double Chevron era quella di creare un’auto con un design puro ed essenziale, capace di unire a queste caratteristiche anche una notevole efficienza, molto comfort e una buona dose di tecnologie utili, il tutto disponibile a quello che è stato definito un “budget controllato” (in altre parole un prezzo conveniente all’acquisto e una gestione futura a costi ragionevoli). Se per il costo di gestione non possiamo ovviamente pronunciarci ancora, possiamo affermare senza timor di smentita che la missione di proporre un cartellino iniziale conveniente è vinta. La Cactus, infatti, parte da appena 14.950 € per il modello entry level, dotato di una buona dose di optional se paragonati al costo iniziale.

Caratteristica distintiva della C4 Cactus è senza alcun dubbio il fianco: è qui, infatti, che vediamo apparire gli Airbump, ovvero speciali pannelli realizzati in poliuretano termoplastico con all’interno delle speciali “capsule” riempite d’aria. Sono stati soprattutto questi Airbump ad attirare l’attenzione a Francoforte , ma in pochi avrebbero scommesso sulla loro permanenza anche nell’eventuale modello di serie. Invece Citroën ha sorpreso tutti. Sarà una mossa che pagherà? La loro funzione è solo in parte estetica (infatti oltre ai quattro colori nei quali gli Airbump sono proposti, è possibile personalizzarli con loghi aziendali e simili), infatti sono stati pensati anche per proteggere la carrozzeria dai piccoli urti quotidiani. Pensiamo ad un carrello del supermercato, oppure, ben più probabile, alla portiera del vicino di parcheggio che apre senza pensare a chi sta accanto.

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In generale, quindi, gli Airbump contribuiscono a rendere unica una vettura comunque caratterizzata da un buon design, da linee filanti e anche molto accattivanti, arricchite proprio da questo genere di inserti, che si ripetono dal punto di vista cromatico pure sul retro e sulle cornici dei fari anteriori. I binari sul tetto, di serie, completano l’aspetto “avventuroso” della vettura. Occorre dire che la Cactus non è proprio un’auto che definiremmo pronta per l’off-road, ma di questo parleremo tra poco. Prima vorremmo concludere il discorso sull’estetica entrando nell’abitacolo, che continua la filosofia dell’esterno, ma puntando ancora di più sulla semplicità e la praticità. Il design è senza dubbio originale e, come spesso accade, risalta soprattutto quando si scelgono colorazioni bicromatiche (sono quattro di base quelle offerte da Citroën). Molto divertente è il design del portaoggetti, che invece di essere in posizione bassa, è stato spostato verso l’alto, rendendone più facile l’accesso e più pratico lo stesso spazio interno. Questo è stato possibile soprattutto all’Airbag in Roof, ovvero al posizionamento nel tetto dell’airbag per il passeggero. Questa tecnologia ha permesso dei cambiamenti interessanti a livello del cruscotto, anche se forse ha leggermente diminuito la visibilità superiore del parabrezza, soprattutto per i guidatori più alti (come chi vi scrive, N.d.R.). Non male anche la scelta di offrire una panca per la fila anteriore invece dei classici due sedili, anche se questo optional aumenterà lo spazio a disposizione, ma non vi consentirà di sedere in tre sulla fila in questione. Pollice alzato anche per lo spazio, che nonostante la compattezza della vettura (4,16 metri di lunghezza) non viene mai a mancare, anche per i passeggeri. Il bagagliaio fornisce da solo in configurazione standard uno spazio decisamente buono, quantificabile in 358 litri. Dal punto di vista degli allestimenti, la Cactus ha puntato evidentemente a creare un abitacolo dal “sapore” premium, mantenendo però basso il prezzo. Il cruscotto, tanto per fare un esempio, è di plastica, ma di una qualità tale da creare almeno l’illusione ottica del tessuto. Le portiere sono un altro esempio, essendo un incrocio di plastica (sempre di qualità alta e ottimamente assemblata) e di aggiunte che ricordano quasi gli allestimenti della gamma (marchio?) DS. Il riferimento va soprattutto alle maniglie morbide, che rimandano decisamente ad un segmento di molto superiore a quello che sarebbe pensato per questo crossover.

Possiamo allargare questo discorso alla tecnologia, dato che sorprendentemente il sistema di infotainment è di serie su tutti gli allestimenti. Questi è costituito da uno schermo touch screen da 7 pollici di diagonale, corredato da altri 7 pulsanti a sfioramento per entrare nelle varie funzioni. Il suo utilizzo è piuttosto semplice e dobbiamo riconoscere che la sua visibilità è eccellente in qualsiasi condizione di luce, una caratteristica che altre vetture del medesimo segmento non possono vantare. Molto bello anche il quadro strumenti, completamente diverso dal classico stile automobilistico. Abbiamo a che fare con un display da 6 pollici circa di diagonale, particolarmente moderno e accattivante, sul quale è segnata la velocità, il limitatore e altre informazioni per la guida. Troviamo solo molto bizzarra la scelta di non includere il contagiri tra gli strumenti. Si tratta di una mossa atta a rendere il più semplice possibile la strumentazione e probabilmente molti potenziali acquirenti non faranno eccessivamente caso a questo dettaglio. Si tratta, comunque, di una scommessa, cosa che del resto si può dire del progetto della vettura in generale. Chiudiamo con una piccola chicca, ovvero i tergicristalli con sistema Magic Wash, ovvero lo spruzzo del liquido pulente non da ugelli come normalmente avviene, ma addirittura dagli stessi tergicristalli. Un altro elemento di segmento decisamente superiore, che inoltre ha avuto il merito di contribuire ad un alleggerimento generale della struttura. Parliamo di una diminuzione di 200 kg rispetto a quanto sarebbe potuto essere il peso della vettura, merito sia dei dettagli come i tergicristalli, sia (e soprattutto) del largo uso di materiali come l’alluminio, l’acciaio ad alta elasticità e di tecniche come la saldatura laser.

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Parliamo infine dei motori. Per quanto riguarda i benzina, avremo a disposizione il 1.200 PureTech, che Citroën commercializzerà nelle varianti da 75, 82 e 110 CV. Queste ultime due versioni sono disponibili anche con il sistema Start&Stop, il che le rende omologabili alle regole della categoria Euro 6. Per quanto riguarda i diesel, invece, abbiamo il 1.600 e-HDi da 90 CV e il 1.600 BlueHDi da 100 CV di potenza. L’e-HDi e il PureTech da 92 CV sono disponibili anche con lo speciale cambio automatico ETG a sei rapporti. Parliamo in generale di motorizzazioni che non fanno certo delle prestazioni sportive il loro punto di forza. Ciononostante, però, parliamo di una gamma di meccaniche dalle prestazioni decisamente fluide, che aumentano esponenzialmente il piacere e, soprattutto, la tranquillità di guida. In particolare il 1.600 e-HDi affidato alle nostre cure si è rivelato molto piacevole anche in una città come Amsterdam, dove a causa dei canali e delle antiche strutture le strade sono spesso molto strette. In questo ha contributo anche il volante, leggero e docile come raramente ci era capitato di vedere, con una precisione di sterzata decisamente apprezzabile. La leggerezza generale della struttura è ben percepibile sin dalla prima guida.

In conclusione, la Citroën C4 Cactus è una bella scommessa. Si tratta di un’auto con un buon potenziale, sia cittadino che per le lunghe trasferte, grazie in particolare allo spazio a disposizione. Inoltre il suo stile e il suo design la rendono particolarmente riconoscibile in mezzo al traffico e la sua lunghezza di 4,16 metri la rendono utilizzabile comodamente anche in ambito cittadino. Le vere sfide saranno ovviamente l’impatto sul pubblico delle scelte stilistiche e alcuni dettagli che ci hanno convinto fino ad un certo punto, anche se nonostante tutto dopo questo primo contatto non possiamo che promuovere la nuova creatura della Double Chevron. Grazie ad un prezzo di attacco decisamente invitante (14.950 € per il 1.200 PureTech da 75 CV con allestimento Live) e ad un top di gamma ampiamente alla portata di molti portafogli (21.750 € per il 1.600 e-HDi da 90 CV con allestimento Shine), la Citroën C4 Cactus è sicuramente una delle proposte più interessanti del suo segmento. Non ci resta che vedere se il mercato saprà premiarla.

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