Allarme smog: Padania o Pechino? C’è aria che non tira, ma facciamo chiarezza

Qualità dell'aria critica, confronti e sfide nella misurazione

Allarme smog: Padania o Pechino? C’è aria che non tira, ma facciamo chiarezza

Recentemente, la qualità dell’aria nella Pianura Padana è stata oggetto di confronti allarmanti con alcune delle città più inquinate del mondo, come Delhi in India e Pechino in Cina. Questi paragoni emergono da classifiche online, sebbene ottenere dati coerenti e affidabili per confronti globali sia una sfida, data la varietà di metodi di calcolo della qualità dell’aria e l’assenza di uno standard unificato.

Il dibattito ha guadagnato attenzione quando il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha criticato la validità di una classifica che posizionava Milano tra le tre città più inquinate al mondo, sottolineando la necessità di basarsi su rilevazioni ufficiali, come quelle dell’Azienda regionale per la protezione ambientale (ARPA) Lombardia, piuttosto che su dati di società private.

Chi calcola l’indice di qualità

IQAir, una società svizzera che fornisce dati sulla qualità dell’aria tramite una mappa interattiva, combina informazioni istituzionali con quelle provenienti dai propri sensori. Per Milano, ad esempio, utilizza dati da circa dieci stazioni, di cui la maggior parte gestite da privati. Confrontando le rilevazioni di stazioni private con quelle “ufficiali” di ARPA, si osserva una certa coerenza per alcuni inquinanti, come le PM2,5, particelle sottili pericolose per la salute.

L’indice di qualità dell’aria (IQA), sebbene fornisca una valutazione approssimativa, aiuta a comprendere lo stato dell’inquinamento. L’Unione Europea, al fine di uniformare i criteri di valutazione, ha introdotto l’Indice Europeo della Qualità dell’Aria, basato su sostanze inquinanti chiave come PM10, PM2,5, biossido di azoto, ozono e anidride solforosa.

La classifica più recente, focalizzata sui PM2,5 per gli anni 2021 e 2022, mostra diverse città italiane, principalmente nella Pianura Padana, tra le più inquinate. Città come Cremona, Padova e Milano figurano in posizioni basse, riflettendo l’alto livello di inquinamento dell’area, aggravato dalle sue caratteristiche geografiche e dalla densità di centri urbani e industriali.

Allarme smog, nei calcoli serve cautela

Tuttavia, l’interpretazione dei dati sulla qualità dell’aria richiede cautela. Le soglie utilizzate per l’IQA europeo differiscono da quelle di altri indici, come l’indice di qualità dell’aria nazionale dell’India, rendendo i confronti diretti complicati. Inoltre, i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per i PM2,5, indicano che la concentrazione media annuale non dovrebbe superare i 5 microgrammi per metro cubo, una soglia frequentemente oltrepassata in molte aree.

Di fatto, di recente, stazioni di rilevamento in Lombardia hanno registrato livelli di PM2,5 ben superiori ai limiti raccomandati, con valori che, in alcuni casi, superano gli 80 microgrammi per metro cubo, avvicinandosi a quelli rilevati in città notoriamente inquinate come Nuova Delhi.

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