Aston Martin DB9/DBS 2011: nuove immagini
Muove pochi passi, lenti, leggeri, soffici. Avanza silenziosamente, discreto. Ma è determinato, deciso. Ruba centimetri, costantemente. Il costruttore di Gaydon, Aston Martin, britannico fin nel midollo sebbene a guidarne il quartier generale ci sia Ulrich Bez, un ruvido tedesco, determinato ed affamato, non vuole essere un vegliardo canuto, ma un rubizzo virgulto automobilistico: la svolta del produttore verso un futuro diverso, alternativo, è iniziato con la produzione della limousine sportiva Rapide e si è ripresentato con la recente declinazione di una citycar (che ancora fa parlare di sé, nei salotti bene), Cygnet.
E sebbene sia stato scritto un programma che prevede un SUV Lagonda, entro il 2015, Aston Martin non si vuole ancora sporcare le mani e macchiare il vestito con nefandezze che intaccherebbero irreversibilmente l’anima generazionale di un simbolo nella piazza delle supercar: che ne divorerebbero l’heritage raffinato.
Il machiavellico plan del CEO della maison inglese per estorcere consensi, che prevede assi forse non graditi, impone una rivisitazione del progetto DBS/DB9 (datato 2004): non che si possa dire “novità”, concedendo una scorsa alle immagini spia. Il diktat stilistico rimane il medesimo. I ritocchi si concentrano sui gruppi ottici anteriori, più sottili e pungenti, sul paraurti anteriore, probabilmente modificato per introdurre ammennicoli a LED, sull diffusore posteriore e sulla parte inferiore della coda, ridisegnati, e sui fari posteriori, anch’essi più sottili con leggerezza.
Dunque, si ribadisce la forma, ma, con forte probabilità, anche la sostanza: il propulsore potrebbe rimanere il medesimo che quotidianamente si può acquistare nelle concessionarie: un V12 6,0 litri che eroga 476 cavalli al soglio di DB9 e 517 a quello di DBS. L’allocazione dell’incipriata leggera si concentra in pochi, discreti elementi: consentirà davvero di procrastinare la necrosi di un’immagine, che forse è oggi quasi asfittica ed asfissiata?
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