Audi: l’economia circolare come cardine della sostenibilità
Alla Design Week di Milano Audi mostra quanto sia importante l'economia circolare
Tra i primi costruttori ad aderire all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, Audi punta attraverso la radicale decarbonizzazione delle proprie attività a ridurre il proprio impatto ambientale del 50% entro il 2030 rispetto ai valori registrati nel 2018.
Alla Design Week di Milano Audi mostra quanto sia importante l’economia circolare
Il turnaround sostenibile di Audi e l’adesione ai principi dell’economia circolare (concetto riproposto nell’installazione “The Domino Act” che sottende il percorso di Audi) hanno portato a risultati tangibili sia a livello industriale sia in termini di offerta al cliente. Accanto alla proposta della gamma Bev carbon neutral, Audi sostiene la trasformazione dell’evoluzione sostenibile della catena del valore in un’opportunità per generare efficienza, integrando i cicli chiusi delle materie prime ad alta intensità energetica nella produzione di massa.
Al centro del progetto c’è il programma Mission:Zero, i cui pilastri principali sono l’utilizzo di energie rinnovabili, l’implementazione di cicli chiusi di materie prime ad alta intensità energetica (quali plastica, acqua, alluminio, acciaio e vetro) e la rigenerazione dei materiali. L’insieme delle iniziative del programma Audi Mission:Zero ha portato a un risparmio di 480.000 tonnellate di CO2 nel 2021. Un valore equivalente all’impronta di carbonio di una città di 70.000 abitanti.
Con il ciclo chiuso dell’alluminio, gli sfridi prodotti in pressa tornano direttamente al fornitore, che li rilavora. Successivamente, Audi utilizza le bobine in lega leggera così prodotte. Questo procedimento virtuoso ha permesso ad oggi, grazie al risparmio energetico del 95% rispetto all’alluminio primario, di evitare l’emissione di 525 mila tonnellate di CO2. La casa tedesca ha messo in evidenza che per ottenere un risultato simile sarebbero stati necessari 500.000 alberi.
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