Auto a idrogeno, Bolzano ci spiega come produrre il loro carburante
Già investiti 5,2 milioni di euro
Auto a idrogeno – Le auto ad idrogeno si stanno affacciando sul mercato ed in Italia c’è già qualcuno che si si sta muovendo prima degli altri per garantire a queste nuove vetture i propri rifornimenti. Stiamo parlando della Provincia autonoma di Bolzano, partner del progetto europeo HyFive (Hydrogen For Innovative Vehicles) che vede coinvolte anche le città di Copenaghen, Innsbruck, Londra, Monaco e Stoccarda.
Nell’ambito di HyFive, l’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche di Bolzano ha inaugurato lo scorso anno un centro sperimentale di produzione e stoccaggio di idrogeno che rifornisce i cinque autobus pubblici della città e dieci autovetture private, in particolare Hyundai ix35 Fuel Cell. Un investimento da 5,2 milioni di euro, finanziati al 95% dall’Unione Europe, grazie al quale l’idrogeno è stato prodotto da elettrolisi dell’acqua sfruttando alcuni impianti fotovoltaici ed energia elettrica acquistata sulla rete e certificata come proveniente da fonti rinnovabili. Si tratta, quindi, di idrogeno “green”. Il Centro è responsabile della realizzazione delle stazioni di rifornimento di idrogeno tra Brennero e Verona che faranno parte del “corridoio verde”, vale a dire dei distributori che verranno creati tra Monaco di Baviera, dove sono già attive tre stazioni, e Modena. L’Unione investirà nei prossimi anni un totale di 22 miliardi di euro nella filiera dell’idrogeno e ha identificato questo ambito (con biotecnologie, tecnologia della medicina, aeronautica ed elettronica) come una delle aree economiche con il maggiore potenziale per la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati.
Sono cinque le case automobilistiche che hanno messo a disposizione i propri autoveicoli a idrogeno a celle a combustibile per il progetto HyFive: Hyundai, Daimler, Bmw, Toyota e Honda. In tutto verranno messe in circolazione 110 vetture, la cui sperimentazione fornirà delle informazioni utili per la commercializzazione successiva.
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