Automobile di proprietà: un concetto che scomparirà entro 10 anni?
Lo afferma uno studio condotto in America
C’era una volta un mercato dell’auto dove capitava estremamente di frequente che i potenziali clienti si presentassero dal concessionario con tutti o quasi i soldi risparmiati per acquistare una nuova vettura. Il pagamento avveniva spesso nell’immediato e quell’auto era destinata a durare. Sicuramente si trattava di un veicolo che diventata fermamente di proprietà del guidatore. Già oggi sono rimaste poche le persone davvero in grado di acquistare un’auto nuova pagandola completamente al momento della firma, ma nel giro di 10 anni questa situazione potrebbe davvero essere diametralmente cambiata.
Ad affermarlo è Christian Fritz, capo del gruppo Representation and Planning della Palo Alto Reserach Center, centro di ricerca di Xerox. Secondo le ultime verifiche effettuate dalla società in questione, infatti, il modo di concepire l’automobile sta cambiando ad una velocità impressionante e tra 5 o 10 anni il concetto stesso della proprietà privata di un veicolo sarà destinato a ridursi in maniera drastica, quasi scomparendo (anche se non completamente). Tutto ciò sarebbe colpa (o merito, a seconda dei punti di vista) delle nuove strategie di marketing che gli stessi venditori di auto stanno mettendo in atto (noleggi a lungo termine, leasing e simili), unite alla più ridotta capacità di spesa della clientela e alla nascita di servizi alternativi all’auto privata.
Fritz fa riferimento ai servizi di car sharing in particolare, quali Uber (e noi ci potremmo inserire i già molto diffusi Car2Go, Enjoy e Twist). Tutte alternative che, potenzialmente, potrebbero anche portare una persona a rinunciare all’auto privata, almeno per le brevi distanze. Naturalmente non si tratterà di un processo rapido, né identico in tutte le zone del mondo. Qualcuno impiegherà meno tempo, mentre altri paesi potrebbero impiegare più anni. Secondo Fritz, però, la sempre maggiore facilità d’uso dei servizi di car sharing o di quelli per la condivisione delle auto come Blablacar, trasformerà il concetto di mobilità privata in quello di auto condivisa.
Naturalmente potremmo sollevare numerosi punti che andrebbero contro questa visione del cambiamento del mondo dell’auto. Uno dei principali è che tra i nostri stessi lettori vi sono numerosissimi appassionati che acquistano l’auto per amore di un particolare modello (il che renderebbe inutili formule “tipo iPhone” con pagamenti rateali portati a cambiare l’auto con una nuova dopo un certo lasso di tempo) o per il piacere stesso della guida. Due elementi che dovrebbero scomparire per permettere la rivoluzione che anticipa il centro di ricerche. Nonostante i vantaggi in termini di congestione delle strade e consumo di risorse, appare difficile che possa avvenire una rivoluzione così drastica e definitiva sull’intero settore dell’auto. Questa, però, è una critica legittima oppure la reticenza che lo stesso capo del centro ricerche si aspettava?
Foto: Flickr
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