Autostrade: rinviati gli aumenti del 1° gennaio 2020
Fa parte del decreto Milleproroghe del Governo
Il 1° gennaio di ogni anno coincide con l’aumento delle tariffe ai caselli autostradali. L’avvio 2020 porterà una novità da questo punto di vista: il varo del decreto Milleproroghe, approvato dal governo con la formula “salvo intese”, porta anche un rinvio degli aumenti, per l’aggiornamento del sistema tariffario con i nuovi criteri dell’Autorità dei Trasporti.
Le date del rinvio degli aumenti
Il rinvio degli aumenti riguarda ben 16 concessionarie per le quali sono scaduti i periodi regolatori, tra cui quelli delle principali tratte autostradali, come Autostrade per l’Italia e l’Autofiori e la Strada dei Parchi.
Il decreto Milleproroghe prevede lo slittamento degli adeguamenti tariffari fino al 30 marzo 2020, per poi perfezionare l’aggiornamento entro il 30 giugno.
Cosa cambierà nei costi delle Autostrade
Le norme prevedono che gli adeguamenti tariffari avvengano in base ai nuovi criteri adottati dall’Autorità dei Trasporti, previo aggiornamento, entro fine giugno, dei piani economico-finanziari. Il nuovo sistema tariffario, basato su un differente calcolo di efficienza delle prestazioni, potrebbe anche comportare anziché un rincaro, una diminuzione dei pedaggi per alcune tratte.
Le concessioni e l’Anas
Un’ulteriore novità è arrivata con l’approvazione del Milleproroghe e riguarda le concessioni autostradali. Qualora ci fosse una revoca, come più volte richiesto dal Governo dopo la tragedia del Ponte Morandi a Genova nei confronti di Autostrade per l’Italia, a subentrare nella gestione ci sarà l’Anas, fino a quando non verranno espletate le procedure per un nuovo affidamento.
Immediata la risposta di Autostrade, seppur non ci fosse un riferimento esplicito a questa situazione: “La società sta valutando ogni iniziativa volta a tutelare i diritti della stessa in termini di legittimità costituzionale e comunitaria delle disposizioni normative in merito ai principi di affidamento, di libertà di stabilimento e di concorrenza, di proporzionalità e di ragionevolezza – si legge nel comunicato – Tali disposizioni sarebbero peraltro approvate in un decreto legge in assenza dei necessari requisiti di estrema urgenza e necessità”.
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