Benzina oltre 2€ al litro, stangata per il controesodo

La Lega propone di calmierare i prezzi

Il prezzo dei carburanti continua a salire, senza sosta, proprio alle porte del controesodo. Arrivano alcune proposte dalla politica e dalle associazioni dei consumatori, ma nulla sembra cambiare
Benzina oltre 2€ al litro, stangata per il controesodo

Alle porte del controesodo, la benzina supera i 2 euro al litro, soglia da molti temuta e segnale fortissimo del continuo, inarrestabile crescere dei costi dei carburanti: secondo quanto riportato da “IlSole24Ore”, quest’oggi, ad Ischia e presso alcune pompe autostradali la verde ha già superato i 2 euro al litro, mentre il gasolio ha toccato quota 1,9 euro al litro. Una situazione che colpisce pesantemente tutti gli automobilisti che si stanno spostando in Italia, che fa divampare le polemiche e che appare ancor più drammatica ricordando che dal prossimo 3 settembre Eni metterà fine alla campagna di sconti applicata durante gli ultimi fine settimana.

A questa situazione si oppongono il Presidente della Commissione Prezzi e Tariffe del Senato, Sergio Divina, ed il Presidente della Commissione Industria di Montecitorio, Manuela Dal Lago, entrambi in orbita Lega Nord: i due hanno proposto di tornare ad un regime di prezzi amministrati, come accadeva sino al 1992 (i costi di benzina e diesel venivano fissati dal Comitato Interministeriale Prezzi) o, in alternativa, di proporre un regime di sorveglianza ai prezzi, come accadeva sino all’anno 1994.

Di diversa opinione Piergiorgio Stiffoni, membro della Commissione Trasporti del Senato: è impossibile, per il Senatore del Gruppo Misto, con l’attuale sistema riuscire a calmierare i prezzi dei carburanti o fare pressioni per limitare il potere decisionale delle compagnie petrolifere. “D’altronde il Governo ben si guarda dal fare la voce grossa ben sapendo che più aumenta il prezzo alla pompa più aumenta il gettito fiscale da incanalare in rivoli già predestinati”. Stiffoni propone l’unica soluzione secondo lui praticabile: usare la compagnia di bandiera, Eni, per contenere i prezzi, proponendo costi ridotti a cui tutte le altre compagnie sarebbero costrette ad adeguarsi.

Il Segretario Generale di Adiconsum, Pietro Giordano, non concorda con queste proposte: “È tempo di liberalizzazioni, non di statalismi che finiscono col deprimere l’economia e quindi l’occupazione e i consumi”. Per Giordano è arrivato il momento di abbattere le accise, “con il ridimensionamento conseguente dell’Iva che pesa sul costo della benzina, tagliando tutte quelle fuori dal tempo e dalla storia come quelle riferite alla guerra d’Etiopia o la crisi di Suez. Si otterrebbe così un risparmio di circa 20 centesimi al litro”.

I prezzi alla pompa, dunque, arrivano ad un nuovo record assoluto. Secondo Adusbef e Federconsumatori l’incremento dei costi del carburante (quelli diretti e quelli indiretti, come ad esempio l’aumento dei costi dei trasporti) ha un impatto pari a 768 euro in media all’anno per una famiglia italiana, cioè “la stessa cifra che una famiglia spende mediamente per 50 giorni di spesa alimentare”.

“Con picchi che hanno superato quota 2,00 euro al litro, le compagnie si stanno preparando ad accogliere al rientro dalle vacanze le poche famiglie che sono partite” hanno commentato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti: “Con i prezzi a questi livelli si aggrava ulteriormente la situazione degli aumenti dei carburanti rispetto allo scorso anno, sia direttamente per i pieni sia per i maggiori costi di trasporto”. Le due associazioni dei consumatori denunciano la situazione “chiaramente insostenibile, a maggior ragione visto il delicatissimo momento che le famiglie stanno attraversando”. E propongono una soluzione: “È necessario intervenire al più presto per porre un freno alle gravi speculazioni, per modernizzare l’intera filiera petrolifera ed evitare categoricamente qualsiasi nuovo aumento della tassazione”.

Alla fine di tutto, con questi elementi, noi automobilisti abbiamo il diritto di sentirci presi in giro.

 

Foto: Roberto Gimmi via Flickr

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