Bimbi non allacciati e seggiolini sbagliati: l’allarme sicurezza arriva da Milano

Cybex: non esiste una sola soluzione, serve una collaborazione estesa

Un fenomeno molto preoccupante e altamente pericoloso nelle abitudini dei guidatori italiani. È quello che è stato registrato dall’indagine condotta da Altroconsumo, la principale associazione di consumatori in Italia, e Cybex, azienda tedesca produttrice di seggiolini e sistemi di trasporto per bambini con sede a Bayreuth, in Germania. L’indagine è stata condotta su un campione di 600 genitori di bambini con età comprese tra i pochi mesi e i 12 anni, nello spazio di una settimana compresa tra il 9 e il 16 settembre 2025. I dati rilevati hanno portato a pensare che ancora oggi, nonostante la grande campagna informativa e la maggior attenzione di molte persone sui temi della sicurezza, ancora numerose persone non utilizzano in modo corretto i sistemi di sicurezza obbligatori per i viaggi in auto dei bambini, con tutte le conseguenze del caso.

Cybex e Altroconsumo - Presentazione indagine sicurezza

Cosa dice l’indagine

L’indagine di Altroconsumo ha evidenziato che il 32% dei genitori, quindi praticamente un bambino ogni tre, non utilizzano in maniera corretta i sistemi di ritenuta. Gli errori maggiormente diffusi sono particolarmente gravi, in quanto nel 57% dei casi rilevati il bambino non viene semplicemente allacciato ai sistemi di sicurezza. Il 36% dei genitori, invece, non usa un seggiolino adeguato al peso e all’altezza del bambino, oppure nel 28% dei casi lo installa male. In particolare la fascia d’età tra i 6 e i 12 anni sembra quella più soggetta a questo genere di comportamenti, in quanto con l’avanzare del tempo cala anche l’attenzione da parte dei genitori. Il 21% dei genitori con figli con età inferiore ai 4 anni non utilizza i sistemi di abbandono e questo è particolarmente grave in quanto si tratta di dispositivi obbligatori per legge dal 2020. Il 18%, davanti ad un tragitto breve, non ritiene necessario allacciare il bambino. Purtroppo, però, il 73% degli incidenti avviene proprio su strade urbane, dove si compiono viaggi più brevi e veloci. “La nostra indagine conferma che sulla sicurezza stradale dei bambini c’è ancora molto da fare. Le norme del Codice della Strada sono chiare e rigorose, ma troppo spesso vengono ignorate- ha dichiarato Alberto Pirrone, Direttore Generale di Altroconsumo – È evidente la necessità di rafforzare formazione e informazione: i controlli sono importanti, ma la vera prevenzione passa dall’educazione stradale a scuola, nei corsi per futuri genitori e nei percorsi di rilascio delle patenti di guida. Pensiamo, per esempio, che lezioni di sicurezza stradale per i bambini a partire dall’età prescolare possano essere uno strumento importante perché proprio i figli o i nipoti possono farsi portavoce delle buone pratiche in famiglia e essere così dei passeggeri più protetti oggi e automobilisti più corretti domani. Infine, anche campagne di sensibilizzazione online e sui media potrebbero contribuire in modo significativo a diffondere comportamenti corretti.”

Cybex e Altroconsumo - Seggiolino

Intervista esclusiva al CEO di Cybex

Approfittando della sua presenza, abbiamo posto alcune domande anche dal punto di vista industriale a Johannes Schlamminger, il CEO di Cybex. In particolare, gli abbiamo chiesto quale sia il modo più efficace per riuscire a far diminuire i casi di uso errato dei dispositivi di sicurezza, dopo che la loro efficacia è stata già messa alla prova con sistemi con il crash test all’avanguardia dello stabilimento Cybex di Bayreuth (qui potete rileggere la nostra visita speciale). Anche perchè l’obiettivo dichiarato della casa tedesca è quello di ridurre del 32% i casi di uso scorretto in Italia entro 24 mesi. “È un lavoro quotidiano per i nostri sviluppatori e ingegneri – ci ha risposto Schlamminger – Ogni giorno lavorano per introdurre nuove funzioni o migliorare quelle esistenti con un solo obiettivo: ridurre gli errori d’uso. Sappiamo, anche grazie ai dati di Altroconsumo e di altre istituzioni a livello mondiale, che i numeri del misuso sono ancora drammatici. Da una parte, quindi, investiamo nello sviluppo dei prodotti: elettronica, indicatori visivi, istruzioni più efficaci e anche l’intelligenza artificiale può avere un ruolo importante nel rendere più chiaro e preciso il processo di installazione attraverso menù e spiegazioni guidate. Dall’altra parte, serve comunicazione, educazione, consapevolezza. Per questo investiamo molto nei nostri team sul territorio e nei “test-lab” mobili che ci permettono di incontrare direttamente i genitori. Collaboriamo con istituzioni, governi, associazioni di consumatori, forze dell’ordine e istruttori di guida. Non esiste una sola soluzione: è un approccio a 360 gradi. Da un lato serve un prodotto che prevenga il misuso, dall’altro serve assicurarsi che venga utilizzato correttamente una volta sul mercato, attraverso campagne e formazione”.

Abbiamo chiesto anche quale possa essere la strategia per portare i comportamenti virtuosi ad essere l’effettiva norma, con idee come sistemi di abbandono installati di serie o etichette informative. “Serve una collaborazione estesa tra tutti gli attori: aziende, istituzioni, media, enti pubblici. L’incontro di oggi, con giornalisti, rappresentanti del governo e del Comune di Milano, è un ottimo punto di partenza. Bisogna usarlo per fare educazione e aumentare la consapevolezza, che oggi non è ancora al livello che dovrebbe. E, se dopo educazione e formazione ci fosse ancora resistenza, credo che si potrebbe pensare anche a sanzioni, come è già accaduto per l’uso delle cinture o del casco in bici in alcuni Paesi. Ma solo come ultima ratio, dopo un vero percorso di consapevolezza”.

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