BMW X1 xDrive 20d Sport: spazio e versatilità in più, ma dinamica da vera BMW [PROVA SU STRADA]

Il nuovo pianale la rende un vero crossover, senza rinunciare al piacere di guida

Rivoluzionata sottopelle, con il nuovo pianale diventa un vero crossover, molto più versatile ed abitabile, facendo sentire coccolati i passeggeri. Al tempo stesso, però, riesce a non perdere (quasi) nulla del tipico gusto di guida che offriva la prima generazione.

La prima generazione di BMW X1, tra le varie Suv e Crossover, era una delle più particolari se non la più particolare. Tralasciando lo stile controverso, che poteva piacere o meno, la prima serie era caratterizzata da un’altezza da terra di poco superiore ad una station wagon che, su strada, le regalava una sportività senza rivali, tanto da garantire una dinamica di guida praticamente uguale a quella di una Serie 3. Tutta questa sportività, però, faceva passare un po’ in secondo piano quelli che sono poi gli aspetti chiave dei moderni crossover, abitabilità e bagagliaio in primis. Con la seconda generazione, però, cambia tutto. La X1 mantiene comunque l’essenza di vera BMW, ma non poteva essere più diversa rispetto alla vettura che l’ha preceduta. A cambiare, innanzitutto, è il pianale. La seconda generazione, difatti, nasce sull’UKL, lo stesso di MINI e Serie 2 Active Tourer. La grossa novità, appunto, consiste nel fatto che il nuovo pianale modulare è pensato per vetture con trazione anteriore o integrale, con propulsore montato in posizione anteriore trasversale e non longitudinale. Questo, con vantaggi non indifferenti per quanto concerne l’abitabilità interna, che fa grandi passi in avanti. Ma la guida? Sarà da vera BMW nonostante tutto?

Design e Interni:

Cambiano molto le proporzioni (senza essere più lunga), e guadagna la presenza scenica tipica di X3 e X5


Se ricordate la prima BMW X1, proprio per la presenza del motore anteriore longitudinale, aveva un cofano molto pronunciato ed un abitacolo arretrato. Le proporzioni della seconda serie invece, grazie al motore anteriore trasversale, cambiano decisamente. Ora il muso è più corto e l’abitacolo più avanzato. Di ciò, ovviamente, non può che beneficiarne l’abitacolo stesso. La nuova X1 è anche parecchio più alta. Questo, insieme al passo accresciuto, le regala una presenza su strada sconosciuta rispetto alla prima generazione, tanto da farla sembrare parecchio più grande, al punto che le forme più voluminose la avvicinano parecchio alla presenza scenica che offrono le sorelle più grandi X3 ed X5, rispetto alle quali lo styling si uniforma parecchio, sia nel frontale, con il doppio rene parecchio pronunciato, sia in coda, con il montante “C” dalla forma inconfondibile (in realtà, comunque, guardando la scheda tecnica, si scopre poi che la lunghezza complessiva è di poco diminuita rispetto alla prima serie). Come su tutte le BMW più recenti si punta forte sulla caratterizzazione estetica, che varia parecchio da allestimento ad allestimento. Tratti distintivi della Sport come quella in prova sono le prese d’aria anteriori ed i cerchi in lega dedicati. In coda, poi, il doppio scarico, segno distintivo della 20d da 190cv.

Abitacolo: decisamente più versatile ed abitabile rispetto alla prima generazione, diventa un vero crossover e non più una wagon rialzata
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Come detto la presenza del nuovo pianale, insieme al passo allungato, ha consentito di ottenere un abitacolo che fa passi da gigante. Per chi siede dietro ci sono 7 cm in più per le gambe, e parecchio spazio in più in altezza. Cresce molto anche il bagagliaio, che guadagna ben 85 litri, arrivando ad una capienza complessiva di 505 litri. Ma non si tratta di soli numeri, ma di una rinnovata attenzione per la versatilità e per la qualità della vita a bordo. Troviamo le bocchette del clima anche per chi siede dietro, dei comodi tavolini sugli schienali dei sedili anteriori, il divano (frazionato 40:20:40) scorrevole di ben 13 cm, ed il portellone posteriore ad apertura elettrica. L’impostazione della plancia, invece, si uniforma perfettamente alle bavaresi più recenti. Classica strumentazione che è un bel mix tra strumenti analogici e schermata digitale dove visualizzare le info del computer di bordo, console centrale orientata verso il guidatore, e schermo del sistema di infotainment ben in vista (anche se un po’annegato nella plancia, tanto da sembrare meno grande del solito). Lo si comanda, ovviamente, dall’immancabile manopola sul tunnel centrale, che include anche la superficie touch sulla quale scrivere direttamente le lettere per immettere la destinazione del navigatore. Come sempre il sistema di infotainment BMW, con le sue funzioni pressoché infinite, si conferma come benchmark perché al tempo stesso, oltre che ricco, è facile ed intuitivo. Rispetto al passato, infine, cambia un po’ la posizione di guida: se nella vecchia X1 l’impostazione era quasi da sportiva, ora la seduta è più rialzata, nella piena filosofia crossover. Degno di nota il sistema di head-up display (optional) perfettamente nitido e ricchissimo di informazioni, tra le quali quelle del sistema di navigazione ed i limiti di velocità.

Comportamento su Strada:

Non era facile, ma nonostante la rivoluzione tecnica la guida resta quella, tipica, BMW
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Con una scheda tecnica così rivoluzionata, se volete addirittura snaturata rispetto a quello a cui siamo abituati in casa BMW, il rischio di mettere su strada una vettura che deludesse le aspettative dei puristi del marchio era tutt’altro che remoto. Eppure, nonostante tutto, anche la nuova X1 ha quel modo di stare in strada inconfondibilmente tipico delle vetture bavaresi. Certo, la sportività senza compromessi della prima generazione resta un’altra cosa, ma anche su un percorso tortuoso la nuova X1 offre sempre un bel guidare. Abbastanza piatta, concede poco spazio a rollio e beccheggio, ben supportata in ciò dallo sterzo con servoassistenza variabile, che nella guida allegra trasmette sempre sensazioni positive. Soltanto forzando l’andatura emerge l’impostazione più trasversale e meno specialistica di quella che è diventata a tutti gli effetti una vera corossover. Dove la X1 invece fa passi in avanti notevoli, non a caso, è nel comfort di marcia. I passeggeri, in ogni circostanza, riescono a sentirsi davvero coccolati, tra un assorbimento delle sconnessioni sempre signorile ed una buona silenziosità di marcia, specialmente a velocità costante. Così i lunghi viaggi non pesano affatto, coadiuvati, peraltro, dai numerosi ritrovati tecnologici come il cruise control adattivo e la frenata automatica d’emergenza. Una grande stradista ed un quadro di alto livello, nel quale, ancora una volta, rappresentano una nota stonata gli interventi dello start & stop, sempre piuttosto evidenti in termini di vibrazioni e di scossone che viene trasmesso all’abitacolo. La presenza della trazione integrale X-Drive, infine, innalza ulteriormente gli standard di sicurezza già elevatissimi di un telaio sano, che rende davvero rarissimi gli interventi dell’elettronica. Scaricare a terra tutti i 190 Cv ed i 400 Nm non è mai un problema, tanto che assistere ad un pattinamento di uno degli quattro pneumatici è cosa rara se non praticamente quasi impossibile.

Motore e Prestazioni:

Spunto e brio notevoli grazie ai 190 cv. Molto bene il debuttante automatico Aisin
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Già prima di salire a bordo il 2 litri 4 cilindri turbodiesel di casa BMW non poteva che essere una certezza, essendo già affermatosi, negli anni, evoluzione dopo evoluzione, come uno dei motori di riferimento della categoria. Sempre pronto, estremamente disponibile a prendere giri per essere un diesel, gira rotondo ed omogeneo regalando una guida sempre fluida e disinvolta. A differenza che su vetture più piccole (come sulla Serie 1), la spinta, sulla X1, complice il maggior peso, non lascia sbalorditi, ma ce n’è abbastanza per numeri decisamente frizzanti: i suoi 190 cv spingono la X1 xDrive da 0 a 100km/h in appena 7.6 secondi, e poi ci sono ben 400 Nm di coppia, disponibili sin dal basso, sempre pronti ad offrire una ripresa vigorosa. Così la guida risulta sempre piacevole, potendo filare via spediti con un filo di gas ed una riserva di potenza sempre ragguardevole. Basta mettere giù tutto e via. Un contributo mica da poco arriva dalla trasmissione automatica ad 8 rapporti. Qualcuno potrebbe pensare che sia ormai un grande classico della produzione BMW, ma in realtà non stiamo parlando del solito ZF, ma di una trasmissione tutta nuova, progettata dalla giapponese Aisin per la nuova generazione di BMW a trazione anteriore o integrale e con motore trasversale. Il nuovo cambio, comunque, merita di essere promosso a pieni voti, in quanto riesce a non far rimpiangere il plurilodato ZF. Rispetto a quest’ultimo, nella guida rilassata, riesce ad offrire la stessa morbidezza, con passaggi di marcia sempre inavvertibili. Al tempo stesso, però, riesce ad essere altrettanto solerte nel kick-down. Volendo cogliere una sfumatura, rispetto allo ZF, manca giusto un filo di cattiveria nella cambiata quando lo si utilizza in manuale in modalità sport, magari per mezzo dei paddle al volante.

Consumi e Costi:

Ottime notizie sul fronte consumi, meno sul fronte listino
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Uno degli aspetti che hanno decretato il successo nonché l’ottima reputazione dei 2.0 turbodiesel di casa BMW è indubbiamente l’ottimo rapporto tra prestazioni e consumi, perché consentono di andar forte consumando sempre il giusto. Come per le prestazioni, anche dal punto di vista delle richieste di gasolio, la maggiore stazza ed il volume del corpo vettura non fanno gridare al miracolo ma regalano comunque risultati considerevoli: durante il nostro test (non dimenticate neanche la presenza della trazione integrale) abbiamo realizzato un consumo medio di 6.8 litri per 100km, che scendevano a 6.5 litri per 100km con un utilizzo prevalentemente urbano, salendo diversamente a 7 litri per 100km percorrendo parecchia strada in città. In tal senso, risulta molto utile la modalità eco-pro, che consente di ottimizzare i consumi. Abbiamo provato ad utilizzarla per un giorno intero, ed a fine giornata il computer di bordo indicava un ragguardevole guadagno di 46km in più di autonomia rispetto a quanto avremmo consumato con la modalità “normale”. Arriviamo ora, come prevedibile, a quella che è forse la nota più dolente della vettura. Parliamo, come avrete immaginato, del listino. Già il prezzo di partenza di una X1 20d xDrive Sport come quella in prova è tutt’altro che popolare: 44.000€ ca. A questi bisogna poi aggiungere gli infiniti optional di cui era dotata la vettura (che contribuivano, peraltro, a renderla così gradevole). Così, è un attimo superare di slancio i 50.000€. Bisogna dire, comunque, che la dotazione di serie non è affatto povera. Ci sono, ad esempio, fari led e portellone ad apertura automatica. Ma vorrete mica rinunciare al cambio automatico? Al navigatore con schermo esteso? Alla retrocamera posteriore? Decisamente no. Pagare e sorridere (una volta che la si ha in box).

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Qualità della vita a bordo e versatilità da vero crossover senza rinunciare al piacere di guida.Listino che si fa impegnativo se ci si lascia ingolosire dagli invitantissimi optional.

BMW X1 xDrive 20d: la Pagella di Motorionline

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