Caro carburanti: arriva il decreto “trasparenza” del Governo
I distributori dovranno esporre il prezzo medio nazionale
Nessun nuovo sconto o ripristino del taglio delle accise, ma il Governo ha deciso di varare un nuovo decreto per combattere il caro carburanti, arrivato all’inizio del 2023. Una DL ‘trasparenza’, così si può definire, visto che obbligherà gli esercenti ad esporre il prezzo medio nazionale giornaliero, accanto al proprio listino.
Il prezzo medio esposto
Tutti i distributori espongono il loro prezzo alla pompa, con dei cartelli solitamente molto ben visibili anche dalla strada, senza dover entrare a fare rifornimento. Ora, a fianco al listino, dovrà esserci anche il prezzo medio nazionale stabilito dal Ministero dell’Ambiente ogni giorno. Con l’obiettivo di evitare così speculazioni.
In caso di violazione a questo obbligo, sono previste sanzioni e, in caso di recidiva, anche la sospensione dell’attività per un periodo tra un minimo di sette e un massimo di 90 giorni.
Un tetto di prezzo in autostrada
Molte polemiche sono scattate, in questi giorni di continui aumenti, perché sono stati notati dei distributori sulla rete autostradale con prezzi fino a 2,5 €/l, ben superiori alla media nazionale. Un’altra norma fisserà un tetto di prezzo per i fornitori in autostrada, con anche l’ipotesi di riconoscere una percentuale in più ai distributori, ma fissa.
Più controlli
Tra le altre novità, sarà aumentata la collaborazione con la Guardia di Finanza, in modo da garantire più controlli, e verrà istituita una Commissione di allerta rapida sui prezzi, all’interno dell’Antitrust.
Il governo, come annunciato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, punta a “intervenire sulle società concessionarie e soprattutto su chi gestisce i caselli e le pompe di benzina sulle autostrade, per tenere sotto controllo i prezzi, perché andare a lavorare non può e non deve essere un lusso”.
Rinnovato il bonus benzina
Infine, è stato rinnovato il ‘bonus benzina’ per il primo trimestre 2023: “Il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente”.
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