Coronavirus: chiusa la Lombardia e altre 14 province

Assalto ai treni a Milano per tornare al Sud

L'emergenza Coronavirus ha portato ad un nuovo e ben più stringente decreto per contenere la diffusione, con le nuove normative valide fino al prossimo 3 aprile. È iniziata la corsa al 'ritorno a casa'
Coronavirus: chiusa la Lombardia e altre 14 province

L’emergenza Coronavirus dilaga nel nostro Paese (quasi 6.000 contagiati), soprattutto nel Nord Italia, ed è arrivato un decreto del Governo per allargare sensibilmente la zona rossa. Queste nuove norme prevedono la ‘chiusura’ dell’intera Lombardia e di altre quattordici province fino al prossimo 3 aprile, se non per spostamenti per motivi “gravi e comprovati”.

Il nuovo decreto anti Coronavirus

Entrando nel dettaglio, nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro-Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Novara e Vercelli sarà neccessario “evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Dunque, chi si trova in questi territori non può muoversi all’interno e nessuno può entrare, salvo motivi particolarmente gravi o impellenti. Per chi ha problemi respiratori o febbre superiore a 37,5° è “fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante”. Mentre, per chi è già risultato positivo al Coronavirus c’è il “divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora”.

In Lombardia e nelle altre 14 province inserite nella nuova zona rossa possono arrivare i treni e gli aerei, ma i viaggiatori devono comunque dimostrare di avere le “esigenze lavorative indifferibili o gravi motivi di emergenza” altrimenti non potranno accedere ai varchi.

Il caos nelle stazioni e nelle strade

La bozza del decreto era filtrata già nella serata di ieri ed ha causato subito la corsa al ritorno a casa, con persone ammassate ed un rischio di aumentare il contagio. In particolare, alle stazioni di Milano è stato assalto ai treni verso Sud per salire sugli ultimi convogli diretti nelle regioni meridionali, per raggiungere le regioni d’origine.

Tante persone si sono messe in viaggio anche in auto nella stessa direzione, ma anche verso le zone destinate a diventare ‘rosse’ all’ufficializzazione del decreto. Molte famiglie, che stavano trascorrendo il weekend lontano da casa, si sono messe subito al volante per rientrare, prima dell’entrata in vigore del divieto. Per evitare il rischio di non poter poi tornare a casa.

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