SIMA: “accertata la presenza del virus nel particolato atmosferico”

Le polveri sottili trasporterebbero il virus nell'aria

SIMA: “accertata la presenza del virus nel particolato atmosferico”

Arriva una nuova e preoccupante scoperta dal SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale che rivela come alcune particelle di RNA del Virus SARS-CoV-2 sarebbero legate a quelle del particolato atmosferico, vagando quindi nell’aria. Resta però da capire se queste molecole vaganti potrebbero mai essere contagiose, quanto più un probabile indicatore di una saturazione dell’aria che rivelerebbe quanto potremmo essere prossimi ad una seconda ondata.

Una via di contagio? Più probabile che diventi un indicatore

Sarebbe ormai certa la presenza del virus nell’aria e soprattutto nel particolato atmosferico. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dal SIMA in collaborazione con le università di Trieste, Bari, Bologna e l’Ateneo di Napoli “Federico II”. Non si sa ancora se potrebbe trattarsi di un’altra via di contagio per le persone, ma resta molto più probabile che si possa sfruttare questo fenomeno per poterne ricavare un’indicatore per una possibile seconda ondata di epidemia.

Leonardo Setti, coordinatore del gruppo di ricerca spiega: “Possiamo quindi confermare di aver dimostrato la presenza di RNA virale del SARS-CoV-2 nel particolato atmosferico rilevando la presenza di geni specifici, comunemente utilizzati come marcatori molecolari del virus, in due analisi genetiche parallele”. Le prime conferme arriverebbero da oltre 34 campioni di PM10 effettuati nell’area industriale di Bergamo che si sono susseguiti dal 21 febbraio al 31 di marzo.

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