Crisi dei chip: rischio stop per la produzione auto in Europa. L’Ue a lavoro per una soluzione
Lo scontro commerciale Paesi Bassi-Cina sul produttore di semiconduttori Nexperia rischia di paralizzare gli stabilimenti delle Case auto
 
La carenza di semiconduttori rischia di fermare gli impianti produttivi delle principali Case automobilistiche europee. Da giorni l’ACEA, l’associazione dei costruttori auto europei, ha lanciato l’allarme spiegando come “le scorte di riserva dei chip stanno finendo” con la conseguenza del rischio di un immediato stop della produzione.
Lo scontro Paesi Bassi – Cina su Nexperia
Alla base della crisi che rischia di paralizzare la produzione di auto c’è lo scontro commerciale esploso dopo la decisione del governo olandese di porre sotto controllo Nexperia, importante produttore di chip controllato dalla cinese Wingtech. I Paesi Bassi hanno deciso di riprendere il controllo di Nexperia, società olandese che produce le lastrine dei semiconduttori poi inviate in Cina per alcuni test e il confezionamento prima di essere reimportante nel Vecchio Continente. La risposta di Pechino è stata immediata, con il governo cinese che ha imposto il divieto di riesportazione verso l’Europa della maggior parte dei prodotti finiti di Nexperia.
Diversi costruttori già in difficoltà
La contromisura decisa da Pechino ha provocato immediate e pesanti conseguenze per l’industria automobilistica europea. Basti pensare che ogni vetture prodotta nel Vecchio Continente contiene mediamente 500 chip Nexperia, che diventano oltre 1.000 nei modelli elettrici. Volkswagen, Nissan e Mercedes hanno già segnalato difficoltà di approvvigionamento, e c’è chi, come Honda, è già stata costretta a sospendere la produzione in uno dei suoi stabilimenti.
L’Ue prova a mediare
Mentre questa nuova crisi mostra ancora una volta l’estrema fragilità del settore automotive, l’ACEA chiede una soluzione diplomatica urgente, con la direttrice generale dell’associazione Sigrid de Vries che ribadisce che “l’industria automotive non può permettersi mesi di blocco”. Anche la Commissione europea è al lavoro per cercare di risolvere la questione, con il commissario Maros Sefcovic in contatto costante con le autorità olandesi e cinesi per tentare una mediazione.
Il problema della dipendenza europea dalla Cina rimane
Il governo italiano condivide la preoccupazione dell’ACEA, con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che invoca un “Chips Act 2” per rafforzare l’autonomia strategica e produttiva europea. Bruxelles, intanto, prepara un piano per ridurre la dipendenza dell’Ue dalla Cina, che includerà il riciclo di materiali critici fino al 95% e nuove alleanze con Paesi produttori come Canada, Australia e Cina.
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