De Tomaso fallita, Rossignolo agli arresti domiciliari
È accusato di truffa ai danni dello Stato
Per fortuna che Alejandro De Tomaso non è più tra noi e non sarà costretto ad assistere al tristissimo epilogo della sua casa di produzione, fondata negli anni ’50 e ora ufficialmente fallita, come dichiarato dal tribunale di Livorno. Non solo, perché l’imprenditore Gian Mario Rossignolo, che nel luglio del 2009 aveva acquisito la società tentando di rilanciarla, è stato posto agli arresti domiciliari questa mattina (avendo egli superato i 70 anni di età), con l’accusa di aver percepito finanziamenti pubblici per 7,5 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per dei corsi di formazione professionale all’interno della De Tomaso. Questi soldi, invece, non sarebbero mai stati usati per l’avvio dei corsi, ma sarebbero stati intascati da varie persone coinvolte. Insieme a Rossignolo sono stati arrestati anche un altro dirigente della De Tomaso e un mediatore creditizio, entrambi sospettati di essere coinvolti a vario titolo nell’operazione. L’accusa è di truffa ai danni dello Stato.
L’operazione si è svolta lungo l’asse Livorno-Grugliasco. Nella città toscana aveva infatti luogo la costruzione dei sottogruppi di componenti delle ipotetiche future auto della casa, mentre a Grugliasco venivano effettuati i lavori rimanenti presso lo stabilimento ex Pininfarina di cui Rossignolo era affittuario. Gran parte dei dipendenti dello stabilimento Pininfarina sarebbero stati i beneficiari dei corsi di formazione pubblici. Secondo l’accusa, attraverso una fideiussione falsa Rossignolo sarebbe riuscito ad entrare in possesso dei fondi, dirottandoli poi nelle tasche dei dirigenti dell’azienda.
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