FCA e Brexit, cosa succede se vince il sì

Come il voto potrebbe cambiare gli assetti economici

Brexit - A poche ore da un voto decisivo che potrebbe cambiare gli assetti dell'Unione Europea e dell'Inghilterra in primis, cerchiamo di analizzare quali ripercussioni potrebbe avere la vittoria del "sì" sul gruppo FCA, mentre Marchionne non pare preoccupato per la compagnia automobilistica in qualunque caso.
FCA e Brexit, cosa succede se vince il sì

È l’argomento che più sta tenendo banco in questi giorni ed a seconda di come andrà potranno esserci conseguenze molto diverse, ma cos’è esattamente questa Brexit? L’acronimo di “uscita britannica” è un referendum che coinvolge tutti i cittadini britannici nel prendere una decisione sull’uscita o meno dall’Unione Europea. Tra i motivi principali per cui diversi partiti conservatori hanno voluto indire questo referendum ci sarebbero i problemi di immigrazione ed il desiderio di una ancora maggiore indipendenza economica.

Proprio sotto quest’ultimo punto di vista, come cambierebbe la situazione di Fiat-Chrysler Automobiles, che ha stabilito la propria sede legale in Olanda e, soprattutto, quella fiscale in Gran Bretagna? Facciamo un salto indietro di qualche anno per capire meglio: nel 2010 negli UK è cominciata una rivoluzione nell’ambito delle tasse, con l’intento di abbassarle per rendere la nazione la più competitiva a livello fiscale all’interno dei paesi UE. Ciò si è tradotto nel 9% in meno  di pressione per le aziende in terra inglese oltre ad una ridotta pratica burocratica. Da qui la scelta del CdA dopo un periodo di decrescita di agire passando oltremanica. Ed ora, se dovesse vincere il sì, le conseguenze potrebbero ripercuotersi notevolmente.

Secondo Aart De Geus, CEO della fondazione Bertelsmann Stiftung, ci sarebbero conseguenze gravose per tutti quanti. Si presenterebbero costi davvero impegnativi da affrontare, per non parlare della posizione dell’Inghilterra nei confronti degli altri paesi ancora all’interno dell’Unione Europea. Il PIL britannico calerebbe in seguito ad una spesa di 313 miliardi di euro negli anni a venire. Soldi che per essere recuperati richiederebbero necessariamente l’aumento delle imposte fiscali, non solo ai cittadini ma anche alle varie aziende, tra cui proprio FCA. In prima analisi a risentirne sarebbero i titoli, quotati sulla borsa di New York e Milano. Forbes la vede ancora peggio, definendo la Brexit come “La fine della Londra imprenditoriale”, colpendo le oltre 200 nuove start-up sorte sul territorio recentemente.

Anche Sergio Marchionne, intervistato da Il Sole 24 Ore si è detto preoccupato di un’eventuale vittoria del sì per l’UE, ma non per quanto riguarda la compagnia di cui è AD, predicando calma: «Non avrebbe un impatto su FCA, che ha il suo domicilio fiscale proprio a Londra; per CNH Industrial abbiamo un’altra fabbrica in Austria che potrebbe compensare; ma speriamo che non sia necessario» le sue parole al giornale.

In generale calerebbero gli investimenti, le opportunità ed i posti di lavoro in seguito alla rivaluta della sterlina, in ribasso secondo le stime – sempre nel caso in cui vinca il sì. Non resta che aspettare per sapere come andranno veramente le cose, una questione di ore.

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