Ferretti Yachts Infynito 80: la prova del superyacht da Cannes [VIDEO]
Le sensazioni di Maurizio Bulleri sul modello italiano
Ci sono progetti che vanno oltre il rinnovamento, che superano schemi che sembravano incontrovertibili. Nel caso di questo modello, non è sufficiente parlare di architettura, perché ha molte altre qualità che lo pongono al centro dell’attenzione. Stiamo per esplorare e provare Infynito 80 di Ferretti Yachts. Viene costruita in Italia, nel cantiere di Ravenna. Gli esterni sono firmati da Filippo Salvetti, che ha rimodellato le belle forme con cui aveva tracciato Infynito 90. Gli interni sono di Idea Italia. Tutto è avvenuto sotto le direttive e la supervisione della direzione engineering del gruppo Ferretti.
Le caratteristiche
È magnifico lo scafo, guardate come è scolpita la prua, è magnifica la sovrastruttura, guardate la linea tracciata dalle finestrature della timoneria. L’innovativa prua aperta ma coperta con tetto a lamelle, che lascia filtrare il sole o si chiude totalmente, è l’elemento scenico di maggiore curiosità e attrazione. Il vetro che la separa dagli interni può essere a scomparsa per connettere la lounge o il bar esterno con la cucina interna. Questa è una zona molto riservata quando lo yacht è all’ormeggio. Il fly-bridge appare ben proporzionato. A poppa la superficie accoglie gli arredi freestanding. Sotto l’hard-top, c’è il living con zona pranzo. L’area verso proravia può essere protetta da vetrate. Il mobile cucina è quasi invisibile, ben integrato con la base dell’hard-top.
Ferretti ha battezzato con l’acronimo FSEA, Ferretti Sustainable Enhanced Architecture, un insieme di soluzioni per ridurre l’impatto ambientale dello yacht. Sull’hard-top e sul tettuccio di prua, possono essere installati pannelli fotovoltaici in grado di generare fino a 3,4 kilowatt di potenza di picco, che viene accumulata in un energy bank di batterie a litio da 109 kWh, per ridurre al minimo l’uso del generatore e quindi poter sostare in rada anche 8 ore con tutto l’hotel alimentato solo dalle batterie. Il beach club è arricchito con una zona relax dove sedersi o sdraiarsi e da cui ammirare la vista anche attraverso i fianchi, perché le murate si interrompono per dare spazio alle bitte e ai tonneggi. Una vasta parte della piattaforma si immerge per il varo e l’alaggio di un tender di 4 metri di lunghezza.
Il pozzetto riprende la flessibilità di arredamento che troviamo in molte aree esterne ed interne, grazie sempre a composizioni freestanding. Sul ponte principale, lo sguardo corre da poppa a prua o viceversa, attraversando un open space che, è il caso di dirlo, è infinito. La sensazione di spaziosità che si riceve da questo layout è amplificata dalle vetrate che ci proiettano idealmente all’esterno, in uno spazio ancora più vasto. Sono previsti diversi allestimenti e layout per andare incontro alle esigenze dell’armatore in questo salone. Per esempio, al posto del tavolo ci potrebbe essere una show-off kitchen con bancone e sgabelli. Oppure potremmo avere qui un divano e di fronte un mobile con la tv o, come in questo caso, due divani e la tv che scende dal celino. La cucina qui è stata sistemata a prua per servire immediatamente l’area esterna.
Su un ponte intermedio c’è la Riset Pilot House. La plancia è stupefacente, soprattutto nella versione con tre display da 24 pollici, mentre lo standard prevede schermi da 16 pollici. Gode di una vista ancora più ampia la postazione di comando del fly. Tutte le cabine si trovano sul ponte inferiore. Sono quattro e ciascuna ha il bagno dedicato. L’armatoriale è al centro dello scafo. Vi invito a osservare lo spazio destinato al guardaroba personale in due armadi e altri contenitori. Non manca un angolo per la lettura e la zona per il trucco. Magnifico questo accostamento di colori, questo decor. La zona lavabile e il bagno è a vista e questa soluzione, oltre a dare una sensazione di maggiore profondità, serve anche a dividere la zona toilette con entrambi i servizi dalla doccia.
Per gli ospiti hanno realizzato altre tre cabine, una VIP a prua con vani storage anche nelle nicchie sui fianchi e bagno riservato con bellissimo rivestimento. Poi una matrimoniale sul lato sinistro, che può avere in alternativa due letti incrociati, e un’altra cabina con due letti. Su richiesta una cuccetta si sposta con un comando elettrico per formare un letto matrimoniale. I bagni di queste cabine sono tutti molto eleganti. Il quartiere equipaggio prevede una cabina per il comandante e un’altra per due marinai, separate tra loro dal bagno e dalla lavanderia. Per l’arredamento sono impiegati in buona parte materiali naturali, in armonia con l’ambiente, e materiali riciclabili. Il tech lamellare è certificato FSC5, una certificazione internazionale indipendente a salvaguardia delle foreste.
La prova
In prova su Infynito 80 di Ferretti Yachts, equipaggiato con due motori MAN della potenza di 1.400 cavalli ciascuno, ma è possibile avere anche la versione con due da 1.200 cavalli. Siamo nel golfo della Napoule tra Cannes e Mandelieu, con un’onda di vento di circa mezzo metro di altezza. Naturalmente il sistema di propulsione è in linea d’asse, ma abbiamo l’aiuto del joystick di Xenta per le manovre. Per quanto riguarda la stabilizzazione, l’unità è equipaggiata con pinne stabilizzatrici della Side Power e poi con stabilizzatore giroscopico. È uno scafo dislocante, veloce, ma alla velocità di 9 nodi, anzi quasi 10 nodi in questo momento, il consumo è appena di 5 litri per miglio. Quindi l’autonomia a questa andatura è addirittura di 1.600 miglia.
La timoneria ha un funzionamento comodissimo. Imposto la rotta, e poi, una volta trovata, ritorna al centro da sola e la mantiene. Fino a 11 nodi di velocità, siamo ancora con 1.000 miglia di autonomia. Adesso però facciamo una velocità di trasferimento un po’ più veloce, quella, direi, tipica di questa imbarcazione, intorno ai 12 nodi e mezzo. I motori sono a 1.350 giri e, in questo caso, utilizziamo 10 litri per ogni miglio. Il sistema di correzione dell’assetto Humphrey è stato tarato ovviamente per permetterci di avere un angolo di incidenza sempre regolare ed è effettivamente così, vedo l’orizzonte sempre nella stessa posizione, attraverso questa finestratura che è effettivamente piuttosto schiacciata, bassa ma non pregiudica assolutamente la mia visuale.
Motori a 1.900 giri, siamo in un regime ancora di crociera assolutamente tranquilla per quanto riguarda i diesel e la velocità è 17 nodi. Questa è una velocità di crociera piuttosto alta per un’imbarcazione di questa tipologia. Motori 2.350 giri, velocità 23 nodi, questa è la massima prestazione di Infynito 80. Una barca dislocante, che permette di consumare poco carburante durante i trasferimenti a lento moto, ma dà anche la possibilità di raggiungere in fretta la destinazione finale, se vogliamo dare gas.
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