Fiat-Governo: finito l’incontro, promessi investimenti in Italia

Sarà istituito un gruppo di lavoro per ideare nuove strategie di export

L'incontro tra il premier Monti, Marchionne e John Elkann, assistiti dai ministri Passera e Fornero, si è chiuso dopo diverse ore, arrivando ad un chiarimento che, almeno nelle intenzioni, era più che prevedibile. Si attendono però le reazioni dei sindacati e, soprattutto, i provvedimenti concreti nei prossimi mesi
Fiat-Governo: finito l’incontro, promessi investimenti in Italia

È durato diverse ore l’incontro tra i vertici del Gruppo Fiat e i rappresentanti del Governo. Obiettivo era chiarire la posizione del Lingotto riguardo agli investimenti in Italia, dopo che le dichiarazioni dell’azienda in merito a Fabbrica Italia avevano scatenato le ire dei sindacati e anche di molti rappresentanti del governo. Oltre al premier Mario Monti e all’ad di Fiat Sergio Marchionne, erano presenti anche i ministri Corrado Passera, Elsa Fornero, Fabrizio Barca, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e il presidente di Fiat John Elkann.

Sul comunicato stampa congiunto rilasciato da Palazzo Chigi e il Gruppo Fiat si legge che «Fiat ha illustrato le proprie stime sull’andamento del mercato automobilistico italiano e internazionale e le prospettive strategiche di sviluppo futuro del gruppo, concentrandosi in particolare su quelle che possono derivare dall’integrazione delle piattaforme di Chrysler e Fiat. Particolare riferimento è stato fatto ai 5 miliardi di investimento realizzato in Italia negli ultimi tre anni

«Da parte Fiat è stato espresso apprezzamento per l’azione del Governo che ha giovato alla credibilità dell’Italia e ha posto le premesse, attraverso le riforme strutturali, per il miglioramento della competitività, oltre che per un cambiamento di mentalità idoneo a favorire la crescita. I vertici di Fiat hanno quindi manifestato l’impegno a salvaguardare la presenza industriale del gruppo in Italia, anche grazie alla sicurezza finanziaria che deriva soprattutto dalle attività extraeuropee. In questa prospettiva, Fiat è intenzionata a riorientare il proprio modello di business in Italia in una logica che privilegi l’export, in particolare extra-europeo

Particolarmente importante è stato l’accordo di «impegnarsi per assicurare nelle prossime settimane un lavoro congiunto utile a determinare requisiti e condizioni per il rafforzamento della capacità competitiva dell’azienda. In particolare, un apposito gruppo di lavoro sarà costituito presso il MISE per individuare gli strumenti per rafforzare ulteriormente le strategie di export del settore automotive

Termina così una delle giornate più calde della recente storia di Fiat. In questo momento, ovviamente, era difficile riportare parole diverse da quelle che si trovano nel comunicato. Azioni più concrete si potranno vedere solamente nelle prossime settimane. Si attendono anche le risposte da parte dei sindacati, dopo che questo pomeriggio, oltre a numerosi sit-in e proteste, la stessa segretaria della CGIL, Susanna Camusso, aveva aspramente criticato il Lingotto, auspicando che il vertice di questa sera potesse rappresentare una svolta nella politica aziendale di Fiat.

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1 commento

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  • wwanasia ha detto:

    BLA BLA BLA BLA !!!

    Producete VERE Alfa e Lancia, vedrete allora come si vi risollevera’ il fatturato !

    Tutto il resto e solo c..z.te manageriali del cavolo ! A casa tutta quella dirigenza !
    Prima che sia realmente troppo tardi !(che tardi siamo gia)!!!

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