Fiat: niente aiuti, solo condizioni per operare bene

John Elkann a Porta a Porta sui piani internazionali del Lingotto

In occasione della sua partecipazione alla trasmissione condotta da Bruno Vespa, John Elkann ha parlato di Fiat, del fatto che il Lingotto non riceverebbe più aiuti statali, della nuova dimensione globale del Gruppo e dell'a.d. Sergio Marchionne
Fiat: niente aiuti, solo condizioni per operare bene

John Elkann, presidente di Fiat, è stato ieri ospite della trasmissione Rai Porta a Porta e, ovviamente, il Lingotto è stato l’argomento principale di cui si è discusso a margine del ricordo del nonno Gianni Agnelli. La frase più importante del massimo dirigente della casa torinese è stata «Fiat non ha chiesto aiuti e non ha bisogno di aiuto. Vuole le condizioni per poter operare bene. [I Governi delle ultime legislazioni] sono stati interlocutori. La realtà è che da quando noi siamo in Fiat, negli ultimi dieci anni, non c’è stato alcun aiuto. C’è un dialogo costruttivo

«Più noi ci sviluppiamo nel mondo, più abbiamo rapporti con le istituzioni e i rapporti sono buoni – ha continuato – L’opportunità che il mondo ha dato a Fiat-Chrysler e che noi stiamo realizzando, è che Fiat-Chrysler in Italia sarà molto più forte. La difficoltà è data dal fatto che, visto che Fiat è molto cresciuta, la componente italiana non è più l’unica, ma è molto più forte.» Una risposta molto diretta alle recenti paure di decentralizzazione di Torino dal piano di business della casa, nata soprattutto da quando ha iniziato a svilupparsi la futura fusione con il Gruppo Chrysler. La decisione della casa di produrre presso lo stabilimento di Melfi un modello globale di Jeep, infatti, sarebbe secondo Elkann il principale esempio di come l’Italia rimarrà centrale, ma insieme ad una più forte presenza sul mercato mondiale.

A conferma di ciò la casa ha firmato l’accordo per la ristrutturazione dell’impianto in questione in accordo con i sindacati, FIOM escluso. È stato confermato il miliardo di euro di investimenti, insieme al procedimento di rotazione dei dipendenti che dovrebbe consentire ai lavoratori di rimanere solo al 50% in cassa integrazione grazie alla produzione della Grande Punto.

Se si parla di sindacati, il discorso non può che ritornare su Sergio Marchionne, che proprio da parte dei rappresentanti dei lavoratori ha spesso ricevuto aspre critiche circa la sua gestione della Fiat. «Sergio Marchionne – ha specificato John Elkann – è un uomo molto chiaro che cerca un dialogo costruttivo e in questo spesso non viene capito

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