FIM 470 Regina: la prova della barca a motore da Varazze [VIDEO]

Le sensazioni di Maurizio Bulleri alla guida dello scafo italiano

FIM 470 Regina: la prova della barca a motore da Varazze [VIDEO]

Questo yacht, al primo sguardo, potrebbe sembrare simile ad altri dello stesso segmento, ma in realtà ha delle caratteristiche particolari, talune anche innovative, che lo distinguono. Si chiama FIM 470 Regina e adesso andiamo a scoprirlo! FIM ha iniziato a costruire le sue imbarcazioni da poco tempo, ma ha una lunghissima esperienza come produttore di barche per conto di altri cantieri. Avendo osservato per molti anni i progetti degli altri costruttori, ha sviluppato la capacità di disegnare e realizzare anche propri modelli e di proporre ciò che gli altri non avevano ancora sperimentato.

Le caratteristiche

Tutti i punti prodieri dei 15 metri sono realizzati nella medesima maniera: un prendisole e talvolta un divanetto. Qui invece il solarium si apre, i materassini scorrono sui lati e al centro si forma una zona dove si potrebbero aggiungere dei tavolini e sopra un tendalino. Diventa, quindi, questa un’area conviviale distante dalla banchina. FIM 470 Regina è una barca mediterranea e, anche a poppa, offre tanto spazio all’aperto. Il pozzetto aumenta la sua superficie e vivibilità, aprendo le fiancate. Ecco una larga e splendida terrazza sul mare, che nessun’altra barca di vecchia generazione possiede. Questo prendisole, in una versione diversa opzionale, può essere sdoppiato, cioè diviso in due parti che si spostano verso i lati, verso le terrazze e lasciano qui al centro un corridoio sgombro molto ampio. Meccanismi che richiedono studi per raggiungere la necessaria affidabilità e che aumentano un po’ il peso e il costo dell’imbarcazione, ma che fanno di un 15 metri una barca capace di competere, in termini di superficie di coperta, con modelli ben più grandi.

FIM 470 Regina

Zattere e salvagenti sono in posizione molto comoda, la piattaforma bagno immergibile sopporta un tender fino a 600 kg di peso e nello specchio di poppa hanno ricavato dei gradini. Anche la passerella ha diverse funzioni. Il pozzetto è organizzato per pranzare in sei persone o un paio in più unendo i divani con sedili aggiuntivi. Il mobile cucina è dotato di frigo, cantina per i vini e piastre a induzione. Tutta la zona sotto l’art top può essere chiusa con teli trasparenti, in modo da utilizzare l’imbarcazione anche in giornate che non sono belle come questa. La porta può essere collocata su qualsiasi fianco: io la metterei su entrambi. Il ponte di coperta è elevato, per dare volume e altezza nelle cabine che si trovano qui sotto.

FIM 470 Regina

La cabina armatoriale è a prua e, con il prendisole aperto, entra tantissima luce e di notte si vedono le stelle, ma se finisce l’incantesimo romantico separate i letti. Una parte del suo arredamento può essere dedicato ad un angolo per la colazione oppure a una scrivania o a un vanity. C’è molto spazio all’ingresso per cambiarsi agevolmente e la porta è scorrevole. Ogni cabina ha accesso diretto e privato al proprio bagno. La cabina ospiti è a tutti gli effetti la seconda armatoriale: è molto luminosa, ha un divanetto e una curiosa sexy doccia. Lavabo e toilette sono in una zona separata, accessibile dal disimpegno. In fondo alla scala, c’è un mobile con quanto necessario per prepararsi la colazione.

La prova

FIM 470 Regina

Immagino che qualcuno si stia già chiedendo, ma esiste anche la versione con i motori fuoribordo? La risposta è affermativa e pensate che, se siete davvero amanti della velocità, potete mettere quattro motori Yamaha da 425 cavalli, che probabilmente tra poco saranno da 450 cavalli. Non oso pensare come si comporterà con 1.800 cavalli a poppa, applicati sullo specchio. Intanto, però, posso dirvi come naviga oggi, con i motori Volvo Penta D8 da 600 cavalli di potenza ciascuno. Il sistema si chiama IPS 800 perché, come sappiamo, Volvo Penta considera questa propulsione equivalente a quella di due motori da 800 cavalli su una linea d’asse. Sempre parlando di propulsione diesel, potete anche optare per i motori D6 nella potenza di 480 cavalli.

Senza abbassare gli Interceptor e in planata a 12 nodi. Bilanciamento dei pesi e dello scafo quindi giusti, anche per affrontare una condizione estrema, nella quale bisogna ridurre la velocità alla minima di planata. E ora vediamo qualche dato di navigazione, riferito anche alla percorrenza. Quindici nodi 6,2 litri per ogni miglio. Portiamoci ad andatura e di crociera più elevata: motori a 2.200 giri minuto, velocità 20 nodi. Il consumo adesso è di 6,5 litri per miglio, ma attenzione, proviamo a utilizzare gli interceptor. Adesso sono completamente esclusi, quindi non oppongono resistenza, ma la barca ha un angolo di cablata che mi pare un po’ eccessivo. Quindi li abbasso per stendere meglio l’imbarcazione. È vero, bagno una maggiore quantità di carena, quindi ho più resistenze idrodinamica ma, siccome l’assetto è migliorato, ho guadagnato quasi un nodo e il consumo è sceso a 6,2 litri per miglio. Come quello che avevo a 15 nodi

FIM 470 Regina

È una bella opportunità poter regolare con gli interceptor l’angolo di incidenza. Lo si può fare, anzi lo si deve fare, al variare delle condizioni del mare. Onde in prua meglio stendere giù tutta la carena, quindi abbassare gli interceptor, onde in poppa il contrario. Oppure in una situazione come oggi, dove il mare è calmissimo, regoliamo l’interceptor per avere una maggiore velocità e un minore consumo di carburante. E siccome le strumentazioni, il raymarine e di Volvo Penta, sono molto reattive, riesco a regolare con assoluta precisione la posizione degli interceptor per il massimo rendimento. Venticinque nodi, continuiamo a navigare utilizzando 6,2 litri di gasolio per ogni miglio. Molto brillante in questa fase, che ci porta sino a 30 nodi. Angolo di sbandata notevole, ho un angolo di barra di quasi 30 gradi in questo momento, se guardo davanti non ho nessun problema di visibilità.

Adesso disegno un otto, una figura geometrica che vista dall’alto è quella proprio di un otto, per andare a prendermi un po’ di onde e sentire come questa carena le impatta. Se tolgo gli intersector e tiro su la prua, la sento più agile. Ecco ora prendo le mie onde: beccheggio quasi nullo, impatto zero. D’accordo non erano onde molto alte, però sono già un segno delle qualità dinamiche di questo scafo. Adesso chiudo la manetta. Anche alla massima velocità vale la pena di capire qual è l’angolo di incidenza migliore, l’aumento della pressione idrodinamica a poppa la solleva, quindi rende quasi superfluo l’uso degli interceptor. La barca corre estesa e li tolgo, così non oppongono resistenza e tocco i 35 nodi, con i motori al massimo regime. Proviamo a dare tutta la barra, anche a questa velocità. D’accordo, oggi le condizioni erano quelle ideali, ma ho percepito a bordo di FIM 470 Regina quel senso di sicurezza, che mi piace e mi fa sentire a mio agio quando navigo.

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