Ford licenzia 600 operai durante lo sciopero negli USA

Si aggrava la crisi a Detroit

Ford licenzia 600 operai durante lo sciopero negli USA

Ford ha deciso di licenziare temporaneamente 600 lavoratori mentre a Detroit è in corso uno sciopero che coinvolge i tre maggiori produttori di auto della città: Ford, General Motors e Stellantis. Si tratta di una mossa che rischia di inasprire ulteriormente il clima di tensione tra le aziende e i sindacati, che chiedono aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro.

600 licenziati da Ford a causa dello sciopero

Lo sciopero è stato indetto venerdì scorso dall’UAW (United Auto Workers), il principale sindacato dei lavoratori dell’auto, che rappresenta circa 146.000 dipendenti dei tre gruppi. È la prima volta che i tre costruttori affrontano uno sciopero simultaneo, che ha causato la sospensione della produzione in diverse fabbriche, tra cui quelle che producono modelli popolari come Ford Bronco, Jeep Wrangler e Chevrolet Colorado.

Il sindacato chiede aumenti salariali del 40% e miglioramenti significativi dei benefici per i lavoratori, come la copertura sanitaria, la pensione e la sicurezza sul lavoro. Inoltre, si oppone alle richieste delle aziende di aumentare il numero di lavoratori temporanei e di consolidare alcune fabbriche di componenti.

Ford ha comunicato che i 600 licenziamenti riguardano lavoratori che non hanno aderito allo sciopero, ma che non possono svolgere le loro mansioni a causa dell’assenza di altri reparti. La casa americana ha quindi attribuito la responsabilità dei licenziamenti alle divisioni che hanno seguito le indicazioni del sindacato. Si tratta di un chiaro segnale di sfida da parte dell’azienda, che non sembra intenzionata a cedere alle richieste dei lavoratori.

La situazione è talmente grave da aver richiesto l’intervento diretto del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha invitato le parti in causa a tornare al tavolo delle trattative e a trovare una soluzione equa e sostenibile. Tuttavia, né le aziende né i sindacati sembrano disposti a fare marcia indietro, e lo sciopero continua senza una data di fine.

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