Forum AutoMotive, appello della filiera al Governo: “Subito un Piano Nazionale Strategico per la mobilità”
Servono interventi per accelerare il rinnovo del parco circolante
Nel corso dell’ultimo appuntamento di #ForumAutoMotive, il movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore promosso dal giornalista Pierluigi Bonora, è stato avanzato l’appello da parte della filiera al Governo affinché metta in campo interventi strutturali per sostenere il mercato dell’auto, in maniera continuativa e strategica, e non limitata come avvenuto fin qui con la politica degli incentivi, seppur utili a dare un bocca d’ossigeno al settore.
Serve approccio strategico a lungo termine
“Manca sempre un approccio globale alle tematiche della mobilità. Gli incentivi messi in campo dal Governo hanno dato ossigeno alla filiera nel periodo in cui sono entrati in vigore, ma oggi non bastano. Gli ordini e le trattative di acquisto sono nuovamente in forte calo. Il settore necessita di misure strutturali e non demagogiche di sostegno al mercato dell’auto e dei veicoli commerciali che riescano a guidare nel medio periodo la transizione verso un parco veicoli più green e più sicuro. Per farlo si dovrà, anche grazie ai fondi del Recovery Fund e del Next Generation, mettere mano a un Piano Nazionale Strategico per la Mobilità che sostenga infrastrutture e acquisti di tutti i veicoli di ultima generazione, senza approcci demagogici e nella piena libertà di scelta da parte del consumatore”. Sono questi i principali spunti emersi durante il dibattito a Forum Automotive.
Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera, in apertura dell’evento ha affermato che “la politica sta lavorando affinché si avvii un serio rinnovo del parco circolante nazionale, per il quale non si può fare a meno di incentivi che rispondano alle esigenze ambientali. Bisogna avviare un’operazione di sistema con incentivi forti sul nuovo”.
Tra macrotemi al centro del dibattito
Sono stati tre, con altrettante tavole rotonde, i macrotemi affrontanti durante l’evento: i problemi dell’autotrasporto, le difficoltà e le prospettive dei concessionari e la necessità di interventi strategici a lungo termine per sostenere il settore.
Autotrasporto
“Autotrasporto al palo: un settore che dà, ma non riceve“, questo il titolo della prima tavola rotonda, durante la quale è stata sottolineata la necessità di sostenere il settore dei truck con aiuti pluriennali per rinnovare un parco circolante anziano e poco sicuro.
A tal proposito Gianandrea Ferrajoli, coordinatore di Federauto Gruppo Trucks, ha analizzato il mercato affermando che oggi, “su un totale di 6 milioni di veicoli, più della metà ha tra i 10 e i 30 anni; di questi, 800mila hanno tra i 15 e i 20 anni e 600mila tra i 20 e i 30. Questi dati mostrano in modo chiaro che esiste un problema sicurezza. Abbiamo bisogno di incentivi che agiscano su un orizzonte temporale più ampio affinché l’industry possa tenerne conto nei propri piani pluriennali”.
Secondo Andrea Manfron, segretario generale della Fai-Conftrasporto, “per ridare ossigeno all’autotrasporto sarà importante ridurre i costi fissi per le imprese sotto forma di ammortizzatori sociali. Ma non basta, bisogna pensare anche a una moratoria per la sospensione di leasing e affitti. Il recovery fund costituisce un’opportunità unica, ma bisognerà essere capaci di saper spendere questi fondi”.
Concessionari
La seconda discussione, incentrata sul tema “Concessionari: quali prospettive tra incentivi demagogici, burocrazia, realtà online e nuove visioni“, ha fatto emergere l’allarmante situazione dei dealer con la domanda nuovamente ferma senza nuovi incentivi.
“Gli incentivi – ha sottolineato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto – ci avevano aiutato e anche un po’ illuso. Il mese di ottobre era iniziato bene, ma le trattative sono notevolmente calate negli ultimi giorni e in modo particolare nelle regioni in cui il Covid-19 si sta facendo sentire con più forza. Faremo fatica ad arrivare a 1 milione e 400mila macchine (-26%). Eppure, per effetto degli incentivi lo Stato ha incassato in termini di IVA più di quanto ha immesso sul mercato in forma di bonus”.
Grido d’allarme che arriva anche da parte di Santo Ficili, Head of FCA Italy Business Center & EMEA Sales Operations, che sottolinea: “Tutte le Case costruttrici hanno fatto investimenti molto forti per innovare le proprie tecnologie. Il blocco delle vendite dovute al Covid-19 sta mettendo in ginocchio il settore. Ci attendiamo un consistente rallentamento di ingressi negli show-room. Case auto e concessionari rischiano così di trovarsi a inizio anno con situazione economica complessa. Vanno studiate misure più strutturali”.
Insomma da più parti si rimarca la necessità di riattivare la domanda, con maggiore attenzione delle istituzioni verso il settore dell’automotive, per scongiurare anche un temuto e concreto boom di licenziamenti.
Incentivi Stop & Go non bastano
Per rilanciare adeguatamente l’industria automobilistica italiana è necessario uno sforzo maggiore rispetto a quanto fatto fin qui, come riconosciuto anche dall’On. Gianluca Benamati, vice presidente della Commissione Attività produttive della Camera: “Gli incentivi hanno dato un buon risultato sul fronte delle vendite e della riduzione delle emissioni medie. È stato un errore non rifinanziare nel DL Agosto le fasce che li hanno già esauriti. Dobbiamo accompagnare l’attuale sistema verso le nuove alimentazioni. Con i fondi europei di Next Generation partirà un piano generale per l’automobile”.
Delle criticità sul sistema di incentivi limitati sono state invece sollevata da Michele Crisci, presidente di Unrae, che ha dichiarato: “I beni durevoli, come l’auto, richiedono un approccio strategico. Se la Legge di Bilancio non porterà avanti un sistema di incentivazione, si sarà prodotto solo un’anticipazione di acquisti, senza concreto impatto sul parco circolante. Una strategia efficace deve essere sostenibile ambientalmente ed economicamente e basata sulla neutralità tecnologica. Della strategia dovranno far parte le infrastrutture e la leva fiscale”.
Sugli incentivi per spingere l’elettrico si è soffermato Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-E: “Quest’anno arriveremo a 28.000 vetture elettriche in Italia, con un +300% di vendite nonostante il Covid-19. In Germania nel solo mese di settembre ne sono state vendute 20mila. Per supportare una più ampia diffusione dell’elettrico abbiamo bisogno di incentivi e soprattutto di nuove infrastrutture”.
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