Ladri di Suv con distributore elettronico fermati dalla polizia

Le due bande erano composte da italiani e bulgari. Ritrovate 10 Range Rover

Pedinavano le vittime fino al parcheggio, quindi "disturbavano" la chiusura della macchina con un apposito congegno elettronico e procedevano poi a rubare la vettura, un Suv di grossa cilindrata. Due bande sono state sgominate dalla polizia del Commissariato Centro di Milano, ma le indagini sono partite dopo diverse segnalazioni in tutta Italia
Ladri di Suv con distributore elettronico fermati dalla polizia

Due italiani e tre bulgari sono stati fermati dalla polizia del Commissariato Centro di Milano per il furto di Suv  di grossa cilindrata. I colpi venivano messi a segno utilizzando un disturbatore elettronico, che impediva di fatto la chiusura delle serrature da parte dei proprietari. I ladri procedevano quindi duplicando la chiave partendo da una vergine e rubando così l’auto.

Le indagini hanno preso il via dopo una serie di segnalazioni analoghe da parte dei vari Commissariati d’Italia e hanno portato finora al recupero di 10 Range Rover, più una quarantina di chiavi vergini. Solo a Milano, nei primi tre mesi del 2014, sono spariti 21 SuvAudi, BMW, Mercedes ma sopratutto Range Rover nel mirino delle due bande – una composta da italiani e l’altra da bulgari, quest’ultimi famosi per possedere una buona conoscenza a livello tecnologico – che in soli 55 secondi riuscivano a clonare le chiavi dell’auto e rubarla.

L’ignaro automobilista veniva pedinato fino al parcheggio quindi, mentre cercava di chiudere la vettura, i ladri in realtà bloccavano con un disturbatore – in grado di neutralizzare anche eventuali antifurti satellitari – le onde emesse dalla chiave magnetica, così che la portiera rimanesse aperta. Una volta a bordo, la banda collegava la centralina a un’apparecchio OBD – che su internet si può trovare a 4.500 euro – e in meno di un minuto clonavano la chiave originale.

Le macchine venivano poi portate in autorimesse con almeno due piani sottoterra – per scongiurare ogni possibile segnale dato dall’antifurto – e le targhe originali venivano sostituite con altre rubate all’estero. Le auto erano così pronte per essere vendute al prezzo minimo di 10mila euro e finivano sui mercati africani o dell’Europa orientale.

Le indagine sono partire dal parcheggio di corso Matteotti a Milano, dove le telecamere hanno ripreso dei ladri impegnati a pedinare una delle vittime. Gli agenti sono quindi risaliti fino a Desiderio Alfonso e Salvatore Matera, 56enni con molti precedenti alle spalle, e a tre cittadini bulgari, tra i 40 e i 46 anni – uno solo con qualche precedente.

Le bande erano a conoscenza l’una del “lavoro” dell’altra ma non collaboravano tra di loro e anzi, a volte capitava pure che puntassero alle stesse macchine. A un imprenditore è stata rubata la sua Range Rover per ben due volte in pochi giorni. Fortunatamente gli è anche stata riconsegnata in entrambi i casi.

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